lunedì 29 marzo 2010

Tra vivi , morti, non morti e in attesa di...e profumo di pane


Sono andata a votare stamattina... Giuro... se le cose non cambiano è l'ultima volta che lo farò. Me ne fotto il voto sia un diritto e un dovere.Ma chi l'ha detto?E' un diritto certamente,ma perché un dovere? Se non mi piacciono i candidati perché dovrei esprimere il mio voto? Il non voto è anche un voto...Una forma di protesta per dire:Cari signori non mi piacete, nemmeno un po'.

Se continueranno a presentarsi sempre gli stessi, circondati dai soliti noti, mi sapete dire cosa dovrebbe cambiare?Nella mia regione avviene questo. Se nella vostra siete più fortunati...beh, beati voi!

L'affluenza è bassissima, ora bisogna vedere per chi si è votato.


Io ho votato un candidato che mi piace, ma il presidente di cui è referente no. Ho dato il voto con una smorfia in viso...ho tentennato nell'urna. Non c'era nessuno. Poi mi sono decisa, se non altro perché credo cominciassero a pensare fossi rimasta stecchita dietro il banchetto.


Ho salutato e sono andata via. Ho guidato schizzata tra una curva e l'altra...E mi sono diretta al cimitero che è lì vicino. In una cappella riposano mio padre e mio fratello. Non è un luogo triste...è molto curato, vialetti e fiori trionfano nel silenzio che ci rende tutti uguali.

E' su una collina che domina una veduta stupenda. Lì mi vado a caricare, faccio il pieno di energia. Non ho paura, non temo i morti...io temo i vivi.


Ho parlato un po' con loro...Avevo bisogno di pubblico silenzioso...e di risposte certe. Nella cappella ho fatto mettere cotto, il resto è tutto bianco e in ferro battuto. Odio i Mausolei...odio il marmo lapidario che fà tanto freddo...Odio le persone algide, le case algide e le cappelle dove la morte sembra la fine di tutto.


Mi sono girata il cimitero e dove non vedevo traccia di memoria, lasciavo un fiore...Sono tristi le tombe abbandonate...Quante storie nel segreto di quelle tombe. Gente che ha amato, odiato, fatto l'amore e non. Vite spezzate, vite vissute fino alla fine...Mi piace parlare con loro. Guardare le loro foto e immaginare le loro vite. Non sono morbosa...so distinguire tra i due Mondi. Ma entrambi fanno parte di noi...e negarlo sarebbe inutile.


Ho lavato i portafiori...Ho messo una rosa rossa a mio padre, una rosa gialla a mio fratello, che amava il giallo e rose bianche ai miei nonni. Ad ognuno il suo. Mi sono chiusa la vetrata in ferro battuto alle spalle e sono andata via.

Ho guidato un po' a velocità allegra, ma serena. Non fumo mai quando guido e nemmeno se non guido io, stranamente mi dà fastidio il fumo in macchina, ma oggi lo avrei fatto volentieri...Sono andata da mia madre e l'ho trovata che sfornava pastiere in quantità industriale. Ne aveva fatta una anche per me, ma non l'ho voluta...è tempo di diete. Mi sono accesa una sigaretta e mi sono girata casa, casa dove a breve ritornerò. E' una casa molto grande e bella, l'aveva divisa mio padre, ogni cosa parla di lui. Non ero contenta di ritornarci, perché mi ero abituata a vivere da sola...Ma oggi ho visto la cosa da un'altra prospettiva e non mi ha fatto più male.

Avrò uno spazio tutto mio, e comunque non sarà per sempre...

Poi ho preso i cani e sono ritornata a casa...il profumo del pane caldo mi ha aiutata a trovare la via.





10 commenti:

  1. Scrivi davvero bene.

    So che è un commento sciocco, hai dato spunti interessanti, ma veramente resto abbastanza senza parole spesso quando leggo le tue parole.

    Bravissima.

    RispondiElimina
  2. Sono ritornata anch'io, spero nonper molto, nella mia casa paterna. Ora dormo sul mio divano, o meglio nella mia cuccia, dove prima dormivano i mei. Mia madre dorme in salotto da quando papà si era ammalto. A volte dormo vestita. Non è un letto e quindi mi arrogo il diritto di addormentarmi con quello che ho addosso. Al mattino, ovviamente, mi lavo e mi cambio.
    Ma io sono li, assieme ai ricordi ed assieme al suo spirito che ancora abita in me, ne posso avvertire i passi, il respiro e persiono le sue parole. Mi vuole ancora bene, lo so.
    Non ho paura delle persone che sono morte, nemeno dei cimiteri. Non sento tristezza guardando le loro foto, riesco ad avvertirne inverosimilmente il loro sorriso.
    Cerchi che si chiudono Nicole... null'altro che cerchi, infiniti cerchi di luce.
    Un abbraccio
    Joh

    RispondiElimina
  3. spezzone di vita quotidiana...sto ascoltando una canzone di Mina che sò a te piace: "E se telefonando...", grande mina; e leggendo quello che hai appena scritto ( sembra che oggi ho battuto tutti sul tempo, sono il primo a lasciarti un commento), dicevo di Mina ebbene se vai avanti così nello scrivere, credimi questo diario che di virtuale comincia ad avere ben poco, apparirà nell'immaginario collettivo dei tuoi lettori come un luogo senza confini, fatto di luci e ombre, colori e monocromatismi, sempre contrasti che tuttavia riassumono non solo gli i tuoi stati d'animo del presente, ma il tuo stesso carattere "agro-dplce"...e sì, Nicole, chi non ti capisce, non sa cosa si perde!

    Sul voto ??? se il PD non si attiverà al più presto con UNA CONFERENZA NAZIONALE DELLE CATEGORIE SOCIALI DEL LAVORO, DELL'IMPRENDITORIA, DELLA CULTURA, DELLA SOCIETA' CIVILE ECC. Beh penso che si avvierà per tutti noi e l'Italia come paese Europeo un brutto periodo direi: OSCURANTISTA.

    Mi fermo quì, non sono in attesa dei risultati, se cicuta dovrà essere, la berrò tutta d'un fiato...Ma per domani speriamo che IL SOLE DELL'AVVENIRE risplenda.

    RispondiElimina
  4. C'è una legge in Italia che impone che l'acqua dei cimiteri sia potabile.
    Quando andavo in giro in bici e non trovavo una fontanella mi capitava di entrare in un cimitero per bere.
    Se il cimitero era deserto e piccolo, meglio tenere la bici sempre sott'occhio, mica di trovarne ddue all'uscita, facevo un giro tra le tombe.
    Anche per me nulla di morboso. M'incuriosivano le foto e, andando indietro nel tempo, il cambiamento della moda nei nomi.
    Ci sono foto sorridenti, altre così serie da sembrare torve e, come te, mi immaginavo come potesse essere stata la loro vita a quei tempi.

    Dopodomani sposteranno i resti di mia madre dal colombario alla tomba.
    Idea di mia sorella, fosse stato per me avrei lasciato tutto com'è.
    Non riesco ad associare i miei ricordi, quello che sento, ad una foto sul marmo.
    Anche prima che mia mamma morisse, il cimitero dove sono sepolti i miei cari lo frequentavo solo quando andavo ad un funerale.

    RispondiElimina
  5. Per fortuna qui non si votava...

    RispondiElimina
  6. Che bella descrizione di una giornata qualunque. Che per te è stata ,però,speciale.
    Una giornata in cui ricordare, soffrire, gioire e sorridere allo stesso tempo. Una delle tante giornate che affollano la nostra vita.
    Buona serata.

    RispondiElimina
  7. Io credo che sia giunto il momento in cui al nostro Paese serva una bella e sana Epurazione, cosicché dopo si possa esercitare il nostro diritto e dovere di voto con sensata logica e con sincero successo.
    Ma siccome si sa che questa è utopia, quest'anno mi sento molto anarchica, per cui non ho dato alcuna preferenza ad alcuno.
    Il tuo post è molto riflessivo, hai detto una grande verità: "Bisogna avere paura dei vivi, non dei moti", essi infatti non possono nuocerti, anzi, forse sono quelli che possono infonderti la fiducia e la forza per poter convivere con i vivi..
    Io credo che i nostri cari in realtà continuino a vivere, e si mostrino a noi in molte forme diverse, ci inviano segnali e ci aiutano a fare le giuste scelte per condurre una vita retta.
    Sono sicura che dopo esser stati in loro compagnia, si ha in cuore e nell'anima un'energia di cui difficilmente se ne può farea meno..E' così per te, lo si avverte, ed è così per chi ha un cuore puro che trae energia dal bene che lo circonda..

    RispondiElimina
  8. idv e astenuti terzo partito.... lentamente ma qualcosa si muove.....

    RispondiElimina
  9. Mi hai fatto ricordare mia nonna quando ci diceva che bisogna aver paura dei vivi e non dei morti!!

    RispondiElimina