venerdì 5 marzo 2010

Panta rei, Prof...


Gli anni delle scuole medie sono quelli che mi formarono di più. Insegnanti eccezionali e compagni di classe speciali, che non ho più ritrovato. Fu una delle esperienze più belle della mia vita. Andavo bene in tutte le materie, tranne in matematica, ma l'insegnante chiudeva non un occhio, ma due.

Per seguire un'amica scelsi alla fine delle scuole medie un indirizzo scientifico. Mia madre mi fece la guerra per mesi e giustamente, ma non volli sentire ragione. Il passaggio fu un trauma, da un ambiente chioccia passai ad un ambiente duro, difficile, freddo. E io se non c'è calore soffro e soffrivo moltissimo. In italiano prendevo sempre voti alti, ma per il resto era una tragedia, anche i compagni non mi piacevano. Non c'entravo nulla con quelle materie e quella classe e non mi sforzavo nemmeno di farmeli piacere. Mia madre oltre che lungimirante era anche un' insegnante. Mi fece ritirare e mi confinò dalle mie nonne a studiare privatamente con un vecchio professore molto stimato in paese...Le mie nonne molto leggiadre in tante cose, sull'aspetto scolastico erano severissime, non patteggiavano. Non c'era verso di sottometterle o affabularle. Per quattro giorni e mezzo alla settimana vivevo con loro e mia zia. All'inizio la presi malissimo...non rivolgevo la parola a nessuno. Ma loro furono più dure di me.

Il professore abitava nello stesso palazzo. E ogni giorno dalle otto del mattino fino alle 13.30 salivo da lui a studiare. Mi faceva sedere vicino alla finestra e mi preparava agli studi umanistici. Mi guardava incuriosito e io guardavo lui. E cominciò così un altro periodo della mia vita molto bello. Lui era fantastico, ascoltarlo era una delizia, pari a quella al limone. Mi fece amare ancor di più la storia, la letteratura, la poesia...Ero rapita e lui lo era di me, ma senza malizia...Si beava della mia sete di sapere e quando mi interrogava i suoi occhi diventavano lucidi. Era un piacere orgasmico, ma il sesso non c'entrava nulla. Lui era il professore perfetto ed io l'alunna che qualsiasi bravo/a prof desidera.

Ma le mie nonne carogna, quando scendevo...mi facevano mangiare, riposare un 'oretta e poi mi chiudevano nello studio fino all'ora di cena e da noi si cena molto tardi. Ogni tanto venivano ad aprire la porta all'improvviso ed io sbraitavo. Ovviamente non studiavo tutte quelle ore, non ci pensavo nemmeno...Ho la fortuna di apprendere facilmente quello che mi piace ed un'ottima memoria fotografica. Non ho mai studiato più di due ore al massimo in vita mia, nemmeno per i Concorsi.

Mi permettevano di uscire solo per andare dalla professoressa di lingue e qualche volta la sera mia zia e mio zio mi portavano al cinema o al teatro. Ma piano piano cominciai a prenderci gusto...Le ore che fingevo di studiare disegnavo o telefonavo di nascosto ai miei amici. Tanto erano sorde le nonne e non si accorgevano di nulla.

Mi ero fatta pure dei corteggiatori quando uscivo per andare dalla professoressa, i quali poi venivono sotto la finestra come si usa nei Paesi . Io mi divertivo di queste piccole grandi cose.

Nei fine settimana prendevo il treno o il pullman e ritornavo in città. Venerdì e sabato studiavo matematica con un ragazzo da poco laureato e poi la sera uscivo con gli amici. In matematica, tranne che in algebra continuavo a fare schifo, ma tanto non sarebbe stata la materia predominante in futuro.

Domenica sera ripartivo...appena scendevo dal treno mi arrivava il profumo del mare e me ne riempivo i polmoni.

Dal balcone in Primavera inoltrata respiravo le zagare e guardavo il mare. Se ancora ci penso mi sento scoppiare dall'estasi di quei momenti. Cos'è la felicità? Per me era ed è questo... un profumo, il paesaggio e il calore. Uno stato di grazia.

Avrei voluto non finisse mai. Ma giunse il tempo degli esami da privatista. Li superai , ma il sogno finì.

Con buona pace di mia madre ogni cosa ritornava al suo posto ed io rientravo in famiglia. Se ritornassi indietro, mi farei bocciare...



Vedo ancora una ragazza in un abitino prugna, i libri sotto le braccia e i primi tacchetti camminare per il Paese timida e sfacciata come solo i veri timidi sanno esserlo... I capelli ramati che giocano al vento di pigri pomeriggi assolati, mentre ignara va incontro al proprio destino.


Dedico questo post al mio caro professore che non c'è più da tempo.

Non è da tutti trasmettere e insegnare passione...Amava il suo lavoro come pochi. Ho ancora impresso il suo viso e la sua voce. Diceva che avevo gli occhi pieni di vita e passione...
Si, ma non brillano per tutti caro professore...brillano solo quando ho la fortuna di incrociare essere viventi come lei. Panta rei prof
P.S.
Non c'è mai stato verso di farmi rispettare la punteggiatura. La punteggiatura la vivo come una costrizione e gli accenti non mi va di usarli. Mi spiace.





18 commenti:

  1. Oggi non lavoro e finalmente potrò leggerti in modo più approfondito.Ti racconti in un modo speciale è un piacere leggerti.Hai mai pensato di trasformare questa passione in un lavoro?Mi piace il tuo mondo,ti immagino quasi.A presto dolceamara Nicole.
    Max

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  2. Beh...la prima parte sembra la mia storia.
    Periodo delle medie stupendo, poi ho seguito un'amica all'istituto tecnico commerciale...magari l'avessi seguita al liceo!eheheheh
    La burocrazia non mi ha concesso di trasferirmi, sarebbe lungo da raccontare, e ho concluso gli studi li.5 anni con lo stato d'animo di cui tu parli su, prima di essere ritirata...

    Bel ricordo di questo prof, maestro di vita.E' così che dovrebbe essere.

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  3. Ci sono delle persone che ti segnano. La fortuna è di saperli riconoscere.
    Tutto passa Nicole, ma non i ricordi.... Queste persone seguitano a vivere attraverso i nostri pensieri o sulle pagine di un diario. E' così che possiamo mantenerli vivi accanto a noi, per sempre.

    Un abbraccio
    Joh

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  4. Bellissimo il tuo racconto ; è davvero un piacere leggerti,è come quando leggo uno di quei libri che vorrei non finissero mai !

    Un bacio grandissimo

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  5. p.s.
    nei tuoi racconti si sentono frinire le cicale... è bellissimo!

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  6. I ricordi non si dimenticano mai quando questi sono sempre tra i nostri pensieri. Un abbraccio
    Maurizio

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  7. Ciao Nicole..è vero,scrivi benissimo,il Tuo Professore mi ricorda ,quello dell'attimo fuggente, sapeva farsi ascoltare suscitando interesse negli Studenti. Insegnare è sicuramente un dono di natura.
    Le Tue Nonne mi hanno ricordato la signora Rottenmeier (si scrive così?)..altro che dolci Nonnine!

    Ti auguro un ottimo weekend..senza studio,eh..eh.., beso.

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  8. Ciao Nicole,

    che gran bella storia d'Amore ci hai raccontato!!!

    Quoto Adamus su "O capitano, mio capitano" di Whitman, leit-motiv dell'Attimo Fuggente!

    Mi son venuti i brividi!

    Bacio!

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  9. Mio Dio Nicole, si resta senza parole a leggerti :-)

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  10. Mi hai fatto ripensare a l'unica materia dove mi impegnavo e andavo benissimo... Ricreazione!!!
    Magari avessi incontrato un prof come il tuo...uhmmm forse non l'avrei nemmeno apprezzato!
    Troppo ribelle! ;-)
    buon we

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  11. "La punteggiatura la vivo come una costrizione", potresti diventare il mio mito. Non per l'affermazione in sé quanto per l'idea che esprime quanto hai scritto. Sembrerà un parallelo assurdo ma io DEVO arrivare tardi agli appuntamenti...e in quanto alla punteggiatura...se non fosse che la uso come uno strumento per riprender fiato e far capire meglio il senso di quanto penso...probabilmente non la userei...per me tutto è lungo un continuum...non so se mi spiego...forse mi comprendi!! :-)

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  12. Che bello leggerti, questa sera. Che bello ritrovare, nelle tue parole, emozioni passate...purtroppo.
    Buonanotte.

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  13. Io ricordo gli anni dalle medie alla fine del liceo come un apnea senza interruzione. Quello che mi ha permesso di mantenere la sanità mentale (almeno in parte) sono stati alcuni dei miei insegnanti. Ne ho incontrati di importanti che mi sono rimasti nel cuore e che mi hanno insegnato più che qualcosa la passione di fare qualcosa.

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  14. che mondo strano il tuo.

    love, mod

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  15. @modesty

    perché che mondo strano?

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  16. In definitiva sei stata una sorta di gian burrasca e penso che "attraversarti la strada" non dev'essere stato semplice.
    D'altra parte credo che tu non sia cambiata molto: spada, scudo ed elmo sono sempre a portata di mano?

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  17. penso che al tuo posto io prima o poi avrei tramato una perfida vendetta contro le nonne!

    la mia storia è completamente diversa: periodo delle medie nefasto, ricordo con affetto solo 3 professori, compagni che te li raccomando.

    al liceo le cose per fortuna cambiarono un po' ...

    e per me la punteggiatura è tutt'altro che una costrizione: la amo proprio; i punti e virgola li uso pure negli sms!

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