Ho casa ancora da finire da pulire e poi dovrei uscire...ma quello che sto per scrivere è un argomento che mi frulla da un po' di tempo in testa. Mi frulla da quando ho visto in TV, l'intervista al 'Signor' Crisafulli.
Per alcuni di voi è forse un nome sconosciuto, altri avranno invece dimenticato della sua esistenza. Io no.
Vi ricorderete però del caso di Beppino Englaro e di sua figlia Eluana e del Caso mediatico e non che ha sconvolto le nostre coscienze riguardo l'eutanasia.
Beh, il 'signor' Crisafulli, in quel periodo pensò bene di rilasciare interviste, video e foto, che lo ritraevano accanto al fratello ormai ridotto ad una vita vegetativa in stato di semi incoscienza. Dichiarò al mondo intero che suo fratello non voleva morire, che amava la vita e che l'ing Englaro praticamente si arrogava il diritto di decidere sulla morte indotta della figlia mediante pratica aberrante sotto tutti i punti di vista.
E via di foto, con il fratello nel letto circondato da nipoti, figli (se non erro) madre e parenti tutti. Disegnini e messaggi che venivano di volta in volta attribuiti al povero fratello inneggianti alla vita.
Portato ad esempio da Stato e Chiesa tutta.
'Bene'...Ora a distanza due anni o poco più...il fratello amorevole, è di nuovo in televisione...Dove proclama di voler portare il fratello a morire in Belgio, perché si sente abbandonato dalle istituzioni. Qui ci starebbe bene una risata beffarda, ma per rispetto di chi soffre mi astengo.
Ma come?...I sacrifici , l'amore , il volemose tutti bene, dove è andato a finire!? Non sono arrivati gli 'aiuti' promessi, per lo spot 'La vita è Sacra e la toglie solo il Padreterno'?.
Quali messaggi subliminali sta inviando il Signor Crisafulli e a chi ?
E il parere del povero fratello non è più richiesto? Non è più un miracolato che ama la vita costi quel che costi?
Scusatemi se 'parlo' così, ma tutto questo mi indigna dal profondo e per diversi motivi.
1) Ho visto soffrire mio padre come un cane per dieci lunghi anni. Se non avessimo avuto i mezzi necessari sarebbero stati nemmeno due di anni...forse mesi. Mio padre aveva un infermiere 24 ore su 24, che cambiava le bende sulla sua carne mangiata dal diabete.
Se avesse avuto una figlia e una moglie meno scassapalle , lo avrebbero amputato e privato di entrambe le gambe. Ma grazie ad un medico francese mio padre perse solo un piede, che però rimase sempre non cicatrizzato. Ma non aveva solo questi di problemi di salute. La malattia lo rese cieco e gli fece perdere anche la memoria e se non era sedato dava di matto.
Gli ultimi mesi fummo costretti a ricoverarlo in una clinica privata perché la sua carne si era aperta tutta e andava spesso in stato di coma.
2) Avevamo i mezzi...ma avevamo intorno anche il vuoto. Tutti buoni parlare, ma nessuno che dava un aiuto fisico e morale....solo chiacchiere. La malattia tua o di chi ti è vicino fa il vuoto attorno.
3) Quando lo ricoverammo , fummo anche criticati...Dieci anni di dedizione furono cancellati dal ricovero.
4) Decisi per il non accanimento teraupetico e ancora oggi non ne sono affatto pentita. C'ero io quando i suoi occhi strabuzzavano dal dolore perché non riuscivano a prendergli più le vene o quando gli cambiavano le medicazioni sulle piaghe.
5) Non c'era giorno che io non pregassi perché morisse...Non ho avuto il coraggio di Beppino Englaro e probabilmente non lo troverei mai...Ma Beppino Englaro ha tutto il mio rispetto incondizionato.
6) Mio padre mori il 18 Ottobre di due anni e mezzo fa, dopo solo quattro mesi di ricovero...nell'unico giorno in cui non ero andata. Mori il giorno del compleanno di mio fratello. E non credo fu un caso... Non ci credo al caso.
7) Fu stranamente uno dei giorni più tristi, ma anche più belli della mia vita. Lacrime di dolore e di gioia erano uno strano miscuglio sul mio viso. Dolore per tutto quello che era stato... gioia di saperlo finalmente libero dalle sofferenze.
L'iter di un malato grave è aggiacciante...burocrazia,solitudine, terapie del dolore lesinate e per alcuni la mancanza di mezzi anche, sono un fardello inimaginabile per chi è al di fuori da tutto questo. Non mi sono volutamente dilungata, ma vi assicuro che ci sarebbero pagine di orrore puro da scrivere.
Resto una persona libera, che rispetta la libertà di ogni individuo di decidere per la propria vita o non vita.
E non bisogna dimenticare mai...che intorno ad un ammalato c'è spesso qualcuno che soffre con lui e per lui.
E che spesso annulla la propria vita.
Di contro c'è gente che parla e poi abbandona i propri cari in 'ville' lager...o va in televisione a sparare cazzate e sentimentalismi a suon di musichette costruite ad arte, per chi poi spento il televisore continua a condurre la propria vita , con la lacrimetta ormai asciugata al vento della dimenticanza.
No, io non dimentico mai niente...e lo aspettavo al Varco il Crisafulli...Quello che faceva tutto facile facile...E ancora una volta mi domando in che razza di Paese vivo...Nessun giornalista d'assalto che lo abbia rimesso a cuccia come meritava.
Mi spiace solo per il fratello che ha subito una doppia disgrazia nella sua triste vita...Quella della malattia e quella di avere parenti che chiedono l'obolo in cambio della sua non vita.
P.S.
Questo post è davvero sentito, commentarlo o meno resta una scelta personale. A chi mi accusa di fare facile pietismo, dico che non ha compreso un cazzo di me. Non ho bisogno di speculare su nulla. Scrivo per liberarmi, scrivo per leggermi con distacco e per imparare o fermare momenti della mia vita.
Scrivo a colori , scrivo in bianco e nero...scrivo di vita. Vita bella, allegra, ma anche amara e triste.
Ed è l'ultima volta che puntualizzerò questo concetto.
Non ho puntato la pistola in testa a nessuno...
Approvo l'eutanasia !
RispondiEliminaNicole... il tuo scritto mi ha colpita profondamente , ti abbraccio forte,non t'immagini nemmeno quanto stringo (ho il groppo in gola,giuro!)
L'ipocrisia di quel soggetto è qualcosa di disumano, perché sfrutta ignobilmente la grave malattia del fratello.
RispondiEliminaHo fatto staccarfe l'ossigeno a mio padre.. solo 7 mesi fa. Ho ancora negli occhi il suo ultimo respiro, soffocato, profondo.
RispondiEliminaEra in coma, l'aveva mangiato l'Alzheimer e l'incuria di un ospedale dove gli infermieri lo lasciavano bruciare nelle piaghe da decubito. Se non ci fossimo stati noi ad urlare contro di loro, l'avrebbero dimenticato nel letto.
Ma tant'è... polmonite da infezione ospedaliera causata da un ventilatore sporco e pieno di polvere piantato davanti alla sua faccia.
Coma...
Lo rifarei, mille e mille volte. Per lui, per la sua dignità di uomo e per l'amore ed il rispetto che gli ho sempre portato.
Lo rifare....malgrado i miei incubi notturni, i miei sensi di colpa e le lacrime che mi cadono mentre ti scrivo...
Lo rifarei perchè l'ho amato e perchè nessun uomo si merita di soffrire... NESSUNO!
Ti abbraccio
Stefania
Il lavoro di infermiere, dottore, il lavoro di chiunque lavori a contatto con malati non dovrebbe essere 'normale'.
RispondiEliminaMa nei fatti, lo è.
E la stessa incuria di cui dice Stefania ho un'immagine chiarissima nei miei ricordi, e rivedo nelle tue commoventi parole, Nicole, qualcosa che ho già visto - fortunatamente non sulla mia pelle.
Chi ha passato quello che tu hai passato ha il diritto di parlare. Tutti gli altri, me compreso, zitti. Prego solo di non dover mai trovarmi in una situazione simile.
RispondiEliminaCiao Nicole.
RispondiEliminaSono contrario ad ogni forma di sofferenza quando non c'è più speranza di vita.
In tal caso è la sofferenza ad essere il male, più della morte stessa.
Mi indigno profondamente quando si lesina sulla terapia del dolore.
Chi opera nel settore sanitario DEVE assumersi le sue responsabilità e somministrare morfina, quando sia necessario, sino alla cessazione del dolore.
E' pura vigliaccheria nascondersi dietro il timore di un arresto respiratorio (che la morfina potrebbe causare) quando si sta trattando un malato TERMINALE afflitto da grave sofferenza.
Purtroppo la legge così com'è ora porta a timori di conseguenze penali tra il personale sanitario, e troppi preferiscono lasciar soffrire indicibilmente dei poveracci, piuttosto che rischiare (improbabili?) rogne giudiziarie.
Dovrebbe essere esattamente il contrario: la legge dovrebbe punire severamente chi NON somministra a sufficienza la terapia del dolore.
Inoltre sono favorevole all'eutanasia nel vero senso della parola. Quella vera.
Cioé sono favorevole a non lasciar morire di fame, stenti, dolore o asfissia "naturali" (tutte cose grondanti di terrore e dolore) una persona che chiede di morire serenamente.
Una persona ancora in grado di ragionare, che sia privo di ogni speranza di vita, e che CHIEDE di morire DEVE ESSERE ESAUDITO alla lettera.
Per umanità e per rispetto.
Non limitarsi a "staccare tutto" (respiratore, alimentazione, ecc)!!! Ipocriti!
Questa significa solo altro terrore e dolore per il malato (se ancora cosciente).
Bisogna invece praticare IN QUEL CASO l'eutanasia vera e propria: ansiolitico + anestesia generale + curarosimile in vena + curarosimile iniettato nel cuore.
Oggi è reato.
Spero che ciò che sto scrivendo, e che ribadisco con forza, non rientri nel caso di apologia di reato. In tal caso me ne assumo la responsabilità.
Perché ciò che sto scrivendo è dettato da pietà verso chi soffre, e da orrore per l'ipocrisia del odierno staus quo in merito all'eutanasia.
Nel caso della Englaro invece non so proprio esprimermi. Nel senso che non sono mai riuscito a capire (con tutto il gran casino che ne è stato fatto) se nel suo caso c'era o no attività cerebrale certa. In definitiva se anche lei, come verificatosi in altre pochissime eccezioni, avrebbe avuto la possibilità di svegliarsi un giorno dal coma.
In questo caso mancherebbe sia la richiesta diretta dell'interessato (non cosciente), sia la certezza della NON speranza di vita.
Non me la sento di dare qualsiasi opinione personale nel caso Englaro, se non la mia sentita solidarietà al dolore di quella famiglia. Che più di ogni altro conosceva la situazione.
Mi dispiace tanto per la sofferenza tua e dei tuoi cari!
Mi ha commosso (ora, con il senno di poi) il tuo commento (da Alessandra Ingrid) sulla bellezza della bocca di tuo padre.
Un abbraccio.
Non mi son mai trovato in una situazione del genere e mai mi ci vorrei trovare, non saprei fare la scelta opportuna l'affetto e il rimorso mi coprirebbero gli occhi, forse sarei piu' lucido molto piu' lucido se dovessi decidere per me stesso. Ho un biglietto che porto sempre nel portafoglio dove c'e' scritto che in caso succedesse qualcosa voglio donare gli organi e non dipendere da nessuna macchina che mi razioni il respiro.
RispondiEliminaPenso che ogni essere umano abbia il diritto di non patire sofferenze gratuite, di non dipendere da un macchinario e di decidere di se stesso.
Lo straniero
@tutti
RispondiEliminaAvevo un po' di timore nell'affrontare questo argomento...perchè spesso ho trovato nella mia vita gente che preferiva scappare da tutto questo. La sofferenza fa paura e forse la si esorcizza anche con la fuga. Ringrazio sin qui, voi che avete colto oltre le parole anche non dette.
@Milo
Si amavo mio padre, anche se non era perfetto...E' stato un uomo impegnativo nel bene e nel male, ma se potessi lo risceglierei mille volte sempre come persona che mi ha dato la vita.
Concordo in pieno con te, sul concetto di eutanasia e sul resto.
Riguardo Beppino Englaro, ha scelto secondo i 'desideri' della figlia, manifestati e testimoniati in vita.
@Johakim...
Lo sento molto vivo il tuo dolore...e lo sento anche un po' mio.
@Lo straniero
E comprendo anche te...perché la 'verità' ha spesso tante facce.
Tutto il gran parlare, il dibattito che si generò per il caso Englaro mi aveva dato il voltastomaco.
RispondiEliminaIl signor Englaro ha avuto ed ha tutta la mia stima.Fu un gran signore a non sbattere in faccia a certi perbenisiti una foto della figlia, nelle condizioni in cui versava.Non oso neppure immaginare!
Invece questo è un Paese in cui tutti sanno sempre e solo giudicare tutti,spesso,senza vivere e conoscere le situazioni.Oppure fanno finta di giudicarle in conoscenza, ma poi dietro ci sono "gli oboli" di cui anche tu parli.
Io il signor Crisafulli non lo valuto in nessun modo, però imparasse anche lui a rispettare le decisioni altrui senza giudicare.
Per il fratello non sai quanto mi dispiace Nicole...
E comunque resto di un avviso.Che la sofferenza altrui si può comprendere solo se si è sensibili in modo particolare o se si è vissuta un'esperienza speculare.O, ancora, per concorso di entrambe.
Un bacio.
Ciao Nicole, ti comprendo bene...
RispondiEliminaho pregato varie volte anch'io per mia madre sconvolta dalla sofferenza, in quel momento avrei preferito andarla a trovare al camposanto invece di vederla dimenarsi in un letto di ospedale.
Poi le cose sono cambiate, è stata meglio così alla fine.
Ma non dimentico neanche le depressioni di mia madre, quando per poterla curare non esisteva (e non esiste ancora oggi)altro che il ricovero coatto, dichiarare cioè che non era capace di intendere e volere. Quando nessuno può fare niente per lei, se non dichiararla al mondo pazza, insana di mente.
E per non farle questo torto, lo sa solo la mia famiglia cosa è significato in tutti questi anni. Siamo stati soli, abbandonati da tutti e da tutto, ma non l'abbiamo mai abbandonata a se stessa.
Certe cose riesco a raccontarle a pochi...perchè la maggioranza delle persone, non si immagina neanche un minimo cosa significa non avere nessuna prospettiva per il futuro di chi ti sta accanto e soffre.
un caro saluto.
Ma hai visto Crisafulli alle Iene che ci ripensa, se te lo sei perso vai su http://www.video.mediaset.it/video/conferenze/full/154075/jekyll-puntata-numero-zero.html, abbi un po' di pazienza e vedi dopo il quarto minuto.
RispondiEliminaRoba da matti....
Ho fatto un post, L'identità rubata, in cui parlavo di mia nonna, affetta dal morbo di Alzheimer, di mio nonno ucciso dall'incompetenza dei medici e della stessa fine fatta fare a mia zia per la medesima incompetenza dei medici.
RispondiEliminaE' facile sbandierare ai 4 venti la propria storia, obiettivo è fare scalpore nell'opinione pubblica, destare un qualsiasi sentimento e vedere se si racimola qualche soldo. Ma in fondo a chi frega della sofferenza? A nessuno.
Non ci si rende conto che ci sono persone che soffrono davvero. Luana, una ragazza piena di vita si è trovata in pochi istanti a vivere una non vita. Chi ci dice che non provasse niente? Non abbiamo il dono di poter percepire cosa sentono veramente gli altri, possiamo solo presumere e dedurre da ciò che le analisi e la scienza ci dicono. Ma in realtà solo chi prova una sofferenza sa come sta. Sì, probabilmente ci sono cellule nel sistema nervoso che una volta lesionate non fanno sentire più il dolore..Ma non sentire dolore, non significa non soffrire.
Non c'è rispetto, né per chi soffre, né per chi sta vicino a chi soffre. Solo provando sulla propria pelle si capisce cosa si prova immedesimandosi nelle situazioni. Ed è questo che anche il signor Crisafulli dovrebbe fare. Immedesimarsi nel fratello e cercare di capire come si sta a vivere una non vita.
Solo avendo in casa una persona che soffre si può comprende cos'è la sofferenza e quel che è peggio si comprende l'impotenza davanti a certe situazioni che non possono andare diversamente da come vanno.
Ricordo quando mio nonno era allo stadio terminale, e due giorni prima che morisse presa dallo sconforto e dall'impotenza andai dal medico di turno con mia madre e gli dissi se non si poteva fare nulla per lui, e questo pezzo d'imbecille per non dirgli di peggio, non ha avuto nulla di meglio da dirmi se non : "Signorina, sta morendo.Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo aspettare che muoia, ecco cosa dobbiamo fare." E così, in una frase di pochi secondi il mio mondo è crollato in un istante come crolla un castello di sabbia preso a calci..Ti avvicini al capezzale di quella persona che era per te una persona forte, che ti proteggeva, che ti ha cresciuta, ti ha abbracciata, baciata, ti ha amata e lo guardi morire nella sofferenza, perché dicono che non si può fare diversamente. Come la sofferenza non ha fine quando fai progetti con una persona che, dopo una banale caduta non presa seriamente in considerazione dai medici, viene portata via dalla morte in un mese perché tanto è anziana, la sua vita l'ha fatta, chi se ne frega se invece aveva ancora molto da dire...E che dire della sofferenza che si prova a veder spegnersi giorno dopo giorno come una candela lentamente una persona che si aggrappa ai pochi ricordi rimasti come se fosse l'unica e l'ultima ancora di salvezza...
Ciò che manca, è il rispetto, il ripetto della vita, il rispetto della persona e della sua dignità. Perché anche quando non c'è più niente da fare, le persone devono conservare la propria dignità, devono poter morire serenamente perché quando si spengeranno definitivamente devono avere la serenità, e non smorfie di dolore sui volti..La terapia del dolore è importante e fondamentale e deve essere applicata sempre per evitare inutili sofferenze.
Ho solo una speranza, e cioè che chi lascia questo mondo terreno, possa davvero trovare la pace eterna, e vada in un mondo dove tutto va come dovrebbe andare, dove la pace, il rispetto, la dignità sono i capi saldi della vita eterna.
pensavo di fare un giro per i blog a lasciare tracce poco sottili di me , leggeri saluti, parole di poco senso in effetti, invece mi trovo a leggere un post intelligente, forse troppo per l'orario e la situazione in cui lo leggo, la mia non ce l'ho, non lo so, non so come la penso, davvero non lo so.
RispondiEliminaIn effetti prendere la decisione di essere pro o contro ad una cosa del genere credo sia solo possibile farla se ci sei stato dentro, o comunque se hai vissuto da vicino un esperienza cosi drammatica e paradossalmente costruttrice.
Esco fuori tema quindi forse,ma ho letto bene la storia che hai passato, e mi limito ad abbracciarti forte, stretto vicino a me piu' che posso.
Quando nostro figlio Federico ha avuto l'incidente in moto e i medici ci dicevano : "Rimarrà un vegetale" mia moglie ed io avevamo già deciso...EUTANASIA...EUTANASIA...EUTANASIA
RispondiEliminascrivi a colori, decisamente
RispondiEliminanon so che commentare senza sentirmi stupido o fuori luogo, quindi mi limito a mandarti un abbraccio virtuale (ma anche reale)
Ricordo anche io Crisafulli.
RispondiEliminaIl suo caso è stato 'amabilmente' sfruttato da chi ne aveva bisogno, proprio nel momento clou del caso Englaro e poi, evidentemente, messo da parte.
Ci tengo a dire che in alcuni casi si sceglie, d'accordo coi medici e di nascosto, di non far soffrire più il paziente. Englaro lo sapeva, ma ha voluto lottare per un diritto alla luce del sole.
Mi dispiace per il tuo lutto.
Un abbraccio,
LL
é difficile commentare il dolore di ognuno di noi, ciascuno con le sue gioie e i suoi dolori, ognuno con il suo percorso e la personale reazione ad esso, credo che ci siano situazioni in cui si può solo cercare d'immaginare la vita di tutti i giorni, il dolore della sofferenza in chi ami... ma aspettarsi un'aiuto dalle istituzioni... quando mai l'hanno fatto? Credo che ad oggi, da noi, sia utopia, purtroppo!
RispondiEliminaUn abbraccio
GM C