domenica 10 gennaio 2010

La finestra sul mare, la vita, la morte e gli angoli.

Non avevo nemmeno cinque anni e mi trovavo a casa delle mie nonne. Nonna , bisnonna e una zia che viveva ancora con loro. In un paese bellissimo della Costa Ionica. La casa era antica e grande in un palazzo dei primi 800. I balconcini in ferro battuto davano su un panorama bellissimo, dove cielo e mare si confondevano. Il profumo delle zagare ( il fiore dell'arancia) era intenso e bellissimo. E le tende svolazzavano alla brezza dei primo pomeriggio. Me le ricordo ancora...bianche, ricamate e di lino. Ho ricordi nitidissimi della mia infanzia. Quel giorno incontrai per la prima volta la morte.
In quel palazzo si conoscevano tutti e tutti ovviamente conoscevano me. Mi volevano tutti bene. Ero la bimba che arrivava dalla città e che trascorreva lunghi periodi dalle sue nonne. C'era il signore gentile che durante l'autunno mi regalava i ricci di castagne che io aiutata dalla mia bisnonna aprivo e divoravo, più per la curiosità che il piacere del gusto. E c'era il vecchietto delle caramelle alla menta. Ogni volta che lo incrociavo per le scale me ne regalava qualcuna e mi accarezzava i capelli. Quel giorno di fine aprile, notai degli strani movimenti. Gente che bussava alla nostra porta e voci concitate. Nel presto pomeriggio di quel giorno mi svegliai di colpo e mi rizzai a sedere sul letto non avvertendo la presenza rassicurante delle mie nonne. Ho l'immagine nitida delle tende bianche e leggermente svolazzanti. Mi alzai e trovai la porta di casa socchiusa. Girai di casa in casa , ma sembravano tutti spariti. Ad un certo punto sentii dei lamenti provenire dall'ultimo piano sopra il nostro e andai a vedere. La porta era aperta , c'era tanta gente con il volto triste e molti piangevano. Al centro del salone un profumo intensissimo di fiori e di qualcosa di indefinibile allora per me. E subito dopo il vecchietto delle caramelle alla menta, disteso in una scatola nera. Sembrava dormisse. Qualcuno mi prese per mano e mi portò dalle mie nonne. Erano sedute tutte intorno e qualcuna aveva il ventaglio in mano. Sempre qualcuno disse di portarmi via...ma io mi appiccicai al braccio di mia nonna . Non capivo, ma percepivo... La figlia del vecchietto ( allora mi sembrava vecchio, ma vecchio non era) mi disse: Nicole , il mio papà non ti porterà più le caramelle , lo vedi? E' morto! Ti voleva tanto bene, parlava sempre di te. Io lo guardavo nella cassa e intanto pensavo che questa cosa chiamata morte, era un po' buffa e odorava di brutto. Nessun' altro pensiero se non questo.Ma nei giorni a venire, non incontrai più il signore delle caramelle. E cominciai a metabolizzare, che la morte era una cosa brutta, perché le persone sparivano così di colpo.Nessuno mi aiuto a comprendere questo passaggio inevitabile della vita. Non che la morte si possa spiegare, ma almeno una metafora sotto forma di favoletta, no?


Da lì credo cominciò la mia sete di sapere, comprendere... Alcune risposte me le sono date da sola altre le ho cercate e le cerco ancora. Ma alcune volte mi sono sentita messa all'angolo come un pugile suonato. E provo rabbia, quando non ho risposte, quando sento trattenere spesso per vigliaccheria le persone. Quelle che fuggono, quelle che danno per scontato che le risposte devi trovartele da sola...salvo dirti che non avevi capito un tubo, quando finalmente le hai trovate. O peggio, quando guardo visi con anime vuote, che semplicemente non hanno niente da dirti, perché sono fatti di niente.






Sono partita dalla morte, per arrivare ad altre considerazioni...ma il viaggio non si ferma qui...ma continua...



11 commenti:

  1. Credo sia molto difficile poter spiegare la morte..come diceva l'Amico Epicuro.." Quando io ci sono, Lei non c'è, Quando Lei arriva, io non ci sono più." Quindi nessuno può spiegare cos'è la morte..non la conosciamo..nessuno la conosce!

    Per quanto riguarda le risposte nella vita.. non chiedo mai ciò che non vogliono darmi..e finisco sempre con l'ottenere ciò che volevo.
    Buona domenica sera..bacioni.

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  2. @adamus, grazie per la gentile ed esauriente risposta...ma riguardo alla morte volevo dire, che potevano dirmi che il vecchietto si era addomentato per sempre e lo avrei incontrato dopo molto tempo.Ma a quel tempo non c'erano trattati di psicologia e quindi, l'ho aspettato sulle scale per molto tempo. Non è colpa di nessuno, erano un'epoca diversa.

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  3. Ora ho capito..Ti saresti accontentata di una balla..e già, non ci avevo pensato.
    A 5 anni si è veramente piccoli, ma abbastanza grandi per accusare delle sofferenze psicologiche.
    Ciaoooooooooo!

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  4. E forse non era nemmeno peggiore come epoca.Mi spiego:tu l'hai aspettato sulle scale per molto tempo e hai metabolizzato le tue conclusioni.Un ragazzino di oggi avrebbe digitato m-o-r-t-e su google,non avrebbe trovato una spiegazione,perchè non esiste,in compenso avrebbe sicuramente scoperto altre mille realtà ancora più tristi.Al contrario di noi che siamo cresciuti senza internet,i ragazzini di oggi hanno sempre meno domande e sempre più risposte,e non sempre giuste.Ma sto divagando...'notte.

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  5. Cara Nicole,
    ho letto i tuoi ultimi post e devo dire che il tuo blog mi ha colpito per la tua immediatezza e trasparenza. Si sente che le cose che scrivi vengono direttamente da dentro di te e che tu le trasmetti senza troppi filtri.
    Credo che questo sia il modo migliore di vivere: mettere in contatto la nostra interiorità col mondo fuori di noi.
    Le cose che scrivi vengono fuori dal computer, le percepisco tridimensionali: hanno anche la profondità. Insomma il tuo mi sembra un blog in 3D.
    Ti leggerò volentieri.
    Giorgio

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  6. Penso che tu, persona sensibile sin dalla più tenera età, abbia percepito, dopo quel triste avvenimento, che c'era in te una voglia di sapere e di conoscere proprio come tu affermi in questo post. Cerchi risposte che stenti ad ottenere ma che caparbiamente continui a cercare.
    Il seguito del viaggio sarà ancora più interessante.

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  7. I bambini hanno bisogno di spiegazioni, vivono e crescono con il bisogno di veder chiariti i loro perchè. La morte, il distacco, la scomparsa ed il non ritorno è uno di quei "perchè" che richiedono una risposta rassicurante, molto più di altri interrogativi.

    Questi sono bagagli che ci portiamo dietro e che dobbiamo capire ed elaborare... non è facile, per nulla facile...

    Ti abbraccio
    Johakim

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  8. un post fatto di un avvenimento di un tempo e raccontato(incosciamente?) con riferimenti alla quotidianità, appunto una metafora quella della morte, che potrebbe essere letta e interpretata anche: Io sono quì, adesso e viva; sto modificando la mia esistenza, sto imparando a rinunciare a cose che oggi capisco non necessarie... tuttavia so di avere trovato quello di cui ho realmente bisogno " Una persona che sa darmi stabilità, affetto, vuole amarmi...Oggi sono veramente amata, così come va inteso un rapporto tra un uomo e una donna, ecc." Ecco allora la finestra sul mare che si spalanca al nuovo, alla felicità, all'armonia..."

    eros né dio, né demone, né umano...forse un pò presuntuoso, che ne dici Nicole.

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  9. Belle immagini Nicole!:)
    Le mie sono simili...ricordi delle estati trascorse dai nonni...quanto mi mancano...

    P.S. Oggi ho postato qualcosa di simile ad un tuo post precedente...ci stava.

    Un bacione.

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  10. Ho cercato di ricordarmi quando sono stata confrontata da vicino per la prima volta alla morte ,se ricordo bene fu la morte del bisnonno.
    Andammo a trovarlo all'ospedale e poco dopo morì . Era stato un grande,il mio nonno Georg, un uomo di quelli "con le palle",fedele alle sue idee ,al suo credo ,non si tirò mai indietro per mandare al diavolo pubblicamente Hitler e non si piegò mai al regime , ma siccome era tanto amato da tutti , nessuno lo tradì..credo fosse anche molto fortunato in quel periodaccio così tetro e spietato.
    Non ebbi bisogno di capire, perché me lo dissero apertamente, la morte non è mai stata diabolizzata o un tabù, e così affrontai anche in modo relativamente sereno la visita all'obitorio, anzi ero incuriosita ..il nonno era bello,sereno ,sembrava quasi che stesse sorridendo.

    Ho problemi invece ad accettare la morte voluta, il suicidio, perché non riesco ad afferrarla a..capirla..,anzi,mi rifiuto, e qui ci raggiungiamo, cara Nicole, anch'io voglio e devo capire , è ragione di vita, non so se venga prima o dopo l'amore ..forse sono sullo stesso piano.

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  11. A me un rapporto nipote nonni manca...ma anche io ho i miei ricordi fatti di scuole e di commissioni che io facevo per tutti...la bimba dei perchè ero chiamata, argento vivo perchè non stavo mai ferma...e pippi calze lunghe che mi arrampicavo ovunque senza timori...sapere sapere e fare, queste erano le mie prerogative...nemmeno a me spiegarono la morte...ma tutto sommato io non penso sia proprio una cosa del tutto negativa...lo vedo più come un passaggio...non che non mi manchino certe persone, ma è parte di un ciclo, si nasce quindi è certo che si muore...anzi è l'unica certezza la morte...per non parlare di morti spirituali...quelle si alternano a più "gironi"...ci mettono spalle al muro per farci vedere quello che ignoravamo...e da li, rinascere, e rinascere....buon proseguimento...anche io continuo il cammino, un abbraccio

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