mercoledì 15 luglio 2009

Dove osano le aquile.


Oggi dopo tanto tempo ho avvertito il bisogno di entrare in una Chiesa vuota, peccato che il Don della situazione avesse deciso di tenerla sbarrata a seconda dei propri ritmi e tuffi in mare. Ma la CASA di Dio, non dovrebbe essere sempre aperta (almeno di giorno) per accogliere pecorelle smarrite come me?
Me ne sono andata contrariata e con un senso indefinibile di smarrimento. Sono io che non trovo più il mio Dio o è lui che non si fa trovare? Si, lo so che è in ogni luogo, ma io lo cercavo in casa.
Forse a lui non piacciono le sfide ed io ultimamente lo sto troppo sfidando.
Volevo chiedergli dove vanno a finire gli amori finiti.
Quelli sospesi e mai consumati.
Quelli bruciati
calpestati
dimenticati
Gli amori negati e rinnegati.
Gli amori bugiardi
Gli amori contesi
E come è possibile che alcune cose nella vita che durano un giorno, ti rimangono per sempre ed altre che durano quasi una vita, non lascino traccia come se niente fosse stato.
Si, volevo sapere da lui, dove finiscono i sorrisi, le parole, i gesti e le promesse.
Tutto può finire è nell'ordine delle cose...ma anche come finiscono ha la sua importanza. Solo così il bacio, la carezza, le promesse e tutto il resto, avranno avuto un senso, anche se non è durato.
Altrimenti è come se tu non avessi mai amato riamato e allora soffrirai di più, molto di più. Perché voltandoti indietro troverai solo sabbia e nemmeno i ricordi avranno più un senso. Non c'eri, eri solo una controfigura.
Dove osano le aquile? E noi siamo in grado di osare allo stesso modo? No, noi siamo in natura i più vigliacchi...siamo solo capaci di percorrere strade già battute...al primo ostacolo, ci voltiamo indietro, per morire o sopravvivere.
Tanto è sempre colpa del destino...sappiamo davvero raccontarcele bene noi le favole.

10 commenti:

  1. cara nicole..approvo quello che scrivi.lo condivido in pieno,perchè sono le stesse domande che faccio anch'io a Dio in quest'ultimo periodo.alcuni mi dicono che lui c'è sempre e che sono io che devo crederci un pò di più. ma non è facile,anzi se vedo come si evolve la mia vita, credo proprio che Dio si sia dimenticato di me.
    per quanto riguarda il parroco della chiesetta...beh dovrebbe cambiare mestiere!la chiesa deve rimanere aperta sempre!nel mio quartiere c'è una bella chiesetta che rimane aperta dalle 9 alle 12.30 di mattina e dalle 4 del pomeriggio fino a tarda sera,proprio per permettere a tutti di fermarsi un pò a pregare, anche quando il prete non c'è!

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  2. Cara Nicole,
    quanta verità in quello che scrivi e quanta falsità ci circonda in questa misera vita....
    quanti abbracci, carezze, amori inesistenti che scopri inconsistenti ogni volta che cerchi di aggrappartici per trarne forza per continuare....spesso un sorriso spontaneo da uno sconosciuto ti lascia più segno di tante promesse col cuore in mano, inevitabilmente disattese....inutili...crudeli....
    Molte persone sono solo dei vermi che sanno solo strisciare e che l'aquila non degna nemmeno di uno sguardo.
    Continua a volare Nicole....
    Dio lo hai trovato nell'attimo stesso in cui lo hai cercato...è lui che ti sostiene le ali..... e lascia nelle sabbie del passato chi ti ha fatto soffrire.

    un abbraccio in volo

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  3. mmhhhh...non sò cosa dirti ma ti comprendo...il destino si dovrebbe costruire noi, ma è difficile "osare", cambiare strada...
    Facile a dirsi, sono tutti bravi a parole ma poi nel reale è dura.

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  4. Soltanto il Cielo potrebbe rispondere ad interrogativi così intimi e importanti.

    Io provo a rispondere soltanto a questo:

    > E come è possibile che alcune cose nella vita che durano un
    > giorno, ti rimangono per sempre ed altre che durano quasi una
    > vita, non lascino traccia...

    Perché le "cose" che durano una vita hanno tutto il tempo di usurarsi e diventare noiose e "obsolete", mentre quelle che durano soltanto un attimo lasciano un mixer di curiosità, nostalgia e rimpianto per non esser state vissute.

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  5. Ogni dettaglio è importanteogni singolo istanteci mantiene o ci indirizza in un percoso,i perchè esistono sempre,quelli che poi magari chiamiamo colpe,mancanze.Cero se uno se la racconta e da come dato di fatto la fine di un amore senza introspetizzarsi allora può raccontarsela come vuole.Ma il saggioche dice che le colpe hanno sempre due rive palesa l'evidenza,ma sono proprio quelle due rive e non un'unica sponda che fanno la differenza.
    un bacio

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  6. non c'entra molto col post ma sai che hai utilizzato un titolo che è uno dei miei film preferiti?
    Dove osano le aquile, con Richard Burton e Clint Eastwood .... baci

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  7. Nero... caro amico. Le colpe hanno sicuramente due rive, ma ci sono colpe e colpe.
    Ma io volevo dire soprattutto una cosa: Al di là delle colpe e tutto...Anche gli amori finiti meritano una degna sepoltura. Ferire non è mai giusto.

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  8. il destino eh? solo eventi che si susseguono, poi se interferiamo con essi e da come interferiamo ne cambiamo lo svolgersi e quindi siamo attori di noi stessi e di come siamo...c'é da dire che anche gli altri, si', quelli che ci stanno intorno concorrono a farci scegliere, ma siamo sempre e solamente noi a farlo. sull'amore e tutto l'armamentario che lo compone che dire: dovrebbe essere un contenitore da riempire con molta cura per ciò che si mette dentro, ma anche quì bisogna sempre essere in due, e la sola volontà di uno/una non basta. Sulla fede, il credo e quant'altro pongo un rispettoso silenzio.

    Ti lascio questo " Un uomo molto devoto usava pregare e rivolgendosi a Javhe' esclamava in ritornello così- Ricordati o Signore che io ti adoro più della mia vita, più di ogni altra cosa, ma sappi che se io non Ti pensassi Tu non esisteresti".
    Null'altro da aggiungere, solamente che fa un caldo bestia, ma anche questo é un evento del tempo che scorre come la vita e il tempo mette sempre a posto le cose.

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  9. se avessi la pretesa di trovare 'dio' da qualche parte una chiesa sarebbe l'ultimo posto dove entrerei....
    ero stato bannato per qualche motivo o ti eri semplicemente incasinata? :)

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  10. Piccole chiese vuote, di campagna, come certi piccoli e preziosi tempi romanici nelle campe, sui dossi della Sardegna, silenziose, con l'oscurità dentro e la luce del sole che filtra dalle monofore o dalla luce che si irradia dalle lastre di alabastro, ancora un po' di odore di incenso, o di candele, sono gli unici templi che mi ricordano che custodiscono un certo spirito.

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