Ho appena commentato da un'amica( bellissimo blog!) http://alessandraingrid.blogspot.com/ un suo post...sulle cose che non si possono spiegare , malgrado ci si provi. Alcune cose si possono solo catturare al volo, o sentirle a pelle. Non c'è altro modo.
Un po' come quando litighi con qualcuno e dentro trattieni tutto un mondo, che però fatica ad uscire o rimane totalmente imprigionato dentro.
Un po' perchè di fronte hai muri di gomma o semplicemente ti arrendi.
Da piccola mi portavo sempre una cagnotto simile a questo dietro...mi accoccolavo vicino ad un albero ( c'è sempre un albero da qualche parte nella mia vita) e parlavo con lui. Non andavo pazza per le bambole, l'interesse durava pochissimo. Tra l'altro mia madre comprava quelle che piacevano a lei:) , io amavo le bambole dinoccolate , spesso di pezza, mia madre invece quelle con lo sguardo da psicopatiche, quelle che di notte si animano e ti torturano come nei migliori film dell'Horrore.
Ma sto divagando pardon!
Insomma, mi creavo miei mondi fantastici e spesso li trovavo nella natura e negli animali. Spesso in montagna sconfinavo nel podere di un tizio che aveva le mucche , alle quali tiravo la coda per poi scappare correndo felice, come se avessi fatto chissà che grande cosa.. Feci un dramma quando scoprii, che molti di quegli animali finivano poi sulle tavole. Spesso la mia. E sotto forma di pollo, conigli e altro. Una tragedia! Mi rifiutavo di mangiare ciò che vedevo da vivo. Mia madre e mia nonna per sopperire, mi inseguivano, con l'ovetto sbattuto che a me faceva schifo.
Ma continuo a divagare...
E che dire degli scherzi che facevo alla nonna materna insieme ai miei fratelli ed ai miei cugini...meno male che era ed è una donna di spirito. Eterna fanciulla come me.
La portinaia del mio palazzo da bambina che parlava in un modo buffo e spesso mi correva dietro per le scale per suonarmele con la scopa. Non aveva senso dell'uomorismo.
Quante risate e corse a perdifiato col rischio di farmi sempre la pipì addosso che trattenevo per pigrizia.
E mentre scrivo tormento Ciccio...soffio sul musetto della gattina, mi tormento una ciocca di capelli e penso a come dovevo sembrare strana quando di colpo abbracciavo qualcuno o leccavo da bambina le pietre salate. Eppure trattenevo dentro ancora tanto e tanto ancora.
E penso che ho voglia di patate fritte...vado.
Ma andiamo al punto ora...
Già, ma quale punto? Non so spiegarlo più di così...Sta a voi catturarlo... se vi arriva.
Non è facile (e nemmeno necessario) spiegare tante cose della vita, così il nostro passato che, proprio perché non tornerà più, acquista da adulti un immenso valore emotivo e diviene un amacord, fatto di flash e scintille che provocano un sottile e indefinibile struggimento.
RispondiEliminaE' struggente rammentare certi piccoli episodi dell'infanzia, i volti dei compagni, le lunghe corse nei campi...il profumo dei fiori...il sole sulla pelle e la scoperta del mondo (compreso il sapore delle pietre che stranamente pure i geologhi leccano, non solo perché la bocca è la nostra prima fonte di conoscenza ma - a quanto pare - è pure un sistema infallibile).
ti posso confessare che da molti anni non mangio carne perchè mi viene in mente l'animale da vivo..... eppure non mi dispiace, il gusto di una buona grigliata ................
RispondiEliminavabbè, si vive lo stesso e anche bene
buon week
Certe cose non é che non si posono spiegare, é che non vogliono venire fuori, ma non é proprio il tuo caso...sopratutto quando parti dalle cose dell'infanzia che sembra un dolce ricordare e magari inconsciamente la vedi come una ulteriore possibilità di poter ricominciare da lì per ricostruire quello che si esaurisce, si rompe ecc. Non ho letto il post che suggerisci, se tutto funzionerà con il collegamento internet, andrò a curiosare. Bhe mia cara Nicole, come và? un po meglio spero...certo che hai una forza reattiva da pochi. Va beh, dico solo che leggerti da ragazzina é rilassante, meglio così. Buon fine settimana.
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RispondiEliminaCiao Nicole,
RispondiEliminada buona cartesiana, tale che credo essere, mi risulta molto ,molto difficile accettare che le domande rimangano orfane di risposta , mi sento sospesa..erro attorno a pensieri, che spesso mi torturano ,rimugino, mi faccio seghe mentali, ecc., insomma senza i perché non raggiungo la meta.. il capire, il conoscere ..un posticino che ti permette di posare le valigie per poter sospirare in santa pace . Purtroppo sono orfana anch'io di alcune risposte mai avute, un fardello che mi porto dietro , pazienza..forse stimolano la mia fantasia,sarà come sarà..
Il tuo post..ohh..avevo il sorriso stampato in viso mentre ti leggevo ..brrr che orrore quelle bambole..io che avevo così tante paure ti capisco..quello sguardo psicopatico ..mi viene un brivido solo a pensarci ! La "ciccia" ,come chiamano da noi la carne io la odiavo, mi tenevo la carne in bocca fino a che non fosse una grossa palla,dura,e poi di nascosto la buttavo nel gabinetto(oggi sono quasi vegetariana,qualche volta mangio del prosiutto )...ma la pipì trattenuta per pigrizia..eh eh...anchiiiooo..uuhh ..che bizzarre eh?! Sebbene,no ,forse anche questo sicuramente ha il suo significato; il fatto di "trattenere", non volere dare di sé...ancora oggi non do mai tutto..mai ,non perché sono avara o possessiva ,credo che i motivi siano ben altri !
Un abbraccio e..grazie ..
Alessandra
hmhhmmhhmm innanzitutto...ho appena scoperto di essere cartesiana anche io...dato che sono esattamente come Alessandra Ingrid...
RispondiEliminaBè...io ho bisogno di buttare fuori...di poter trovare e provare tutti i linguaggi possibili ed esistenti al mondo per esprimere e venire a galla...Altrimenti impazzisco letteralmente....
Non faccio in tempo a gettare fuori qualcosa che già ce ne sono altre sotto...
E' come il post che ho scritto "libera-mente"...
Poi...però c'è un punto dove mi scontro ed a volte m'infrango....GLI ALTRI...
Questi strani esseri dalla provenienza non identificata che dovrebbero capire da sè e nel modo giusto, così come sono le cose, senza dover imboccare per forza....anche perchè se esige imboccare...vuol dire che non capiranno mai, neanche coi segnali di fumo...
Altro che proiezioni di sè.... (che non sono maschere, ma raggi dello stesso sole)...
Le bambole?
Aborrooooo!!!
Preferivo i bambini vicini di casa...
post nostalgico, eh... :) così vicina ma così lontana: casa ci manca a tutti, ma siamo sulla buona strada....
RispondiEliminasono arrivato al .
RispondiEliminaNon serve trovare un punto.
RispondiEliminaHai raccontato con leggerezza la tua infanzia, è stato bello leggerti.
Baci e buona serata!
Parto dalle bambole...io giocavo a calcio ahahahah suggerisce qualcosa questo.Per uno psicologo certamente.
RispondiElimina...
Spiegare?
Allora.No, oggi no.E dichiaro nel mio ultimo post perchè NON VOGLIO SPIEGARE NULLA.
Oggi il P... il Pens...insomma quella cosa li non lo voglio!
Non spieghiamo nulla Nicole, che ne dici?
Vado a guardare il blog di AlessandraIngrid.
Un bacio!
Adoro il tuo divagare.. :-)
RispondiEliminaciao!
... a volte credo che se ci conoscessimo davvero, non smetteremmo più di parlare e di guardarci in faccia scoppiando a ridere mentre ci diciamo "ANCH'IO.....!!!!!" , le bambole di ceramica le chiudevo nell'armadio,la mia nonna è stata la mia miglior confidente, spesso stavo sola perchè amavo il mio mondo...e basta un guizzo del pensiero per farmi saltare di palo in frasca ... ma una "logica" c'è è quella dell'isntinto, delle emozioni che fluiscono senza confini ... un mondo a parte, bello perchè non risponde per forza ad ogni perchè...
RispondiEliminaah, cos'è per te 'pacioccone'......? :)
RispondiEliminaChe non è cambiato nulla, che ciò che si voleva spiegare allora, non si riesce nemmeno adesso, che chi circonda fatica sempre a guardare fino in fondo, a leggerci, comprenderci.... e quello che ci serve di più non è fermarsi troppo a pensare... ma è sempre meglio divagare... un abbraccio...
RispondiEliminaCi sono parole che suonano e entrano come musica nella nostra anima facendoci capire ciò che ci viene detto e ci sono silenzi,veri e propri,e silenzi tra le parole,che haarrivano lo stesso all'anima di chi sa ascoltare.
RispondiEliminaComunque mi piace l'idea del tuo. sicuramente involontario(per uno che continua a ripetere che nulla è per caso seeeeeeeeeeee).uomorismo.eheheheheh.
Un bacio
...qui è arrivato...
RispondiEliminaci sono tante cose che non possiamo spiegarle, rimangono lì, ma ci sono, anche agli occhi di chi pensa di vedere un contenitore vuoto...
Forse è proprio quando è tutto così immensamente saturo che non ce la fai più a dire niente...
Ciao
Pimpinella
Pensa che ho appena scritto una cosa del genere commentando un altro post:
RispondiEliminahttp://www.francescoamato.com/blog/2009/07/05/un-movimento-dentro-laltro-una-storia-vera/
Certe cose non si spiegano ... come la saggezza. Bisogna viverle.
Mi dispiace ma non sono d'accordo. e l'errore è di fondo.
RispondiEliminaNon esistono pensieri che non si possono spiegare a parole. E questo perchè io credo fermamente che il pensiero è parola e viceversa.
Affinare una parola vuol dire affinare un pensiero. e la ricerca della parola giusta è la formulazione di un pensiero.
Affremare che esistono pensieri che non si possono spiegare si rischia un deriva solipsistica.
ecco questa è una parola che crea un pensiero
Nicole... ci sono tante cose nel tuo post. E' difficile anche ricondurle ad un discorso organico... Diciamo che procurano sensazioni e suggestioni. Te ne dico alcune.
RispondiEliminaSono d'accordo con te che non tutto può esternarsi: siamo pieni di tante cose dentro, tante esperienze, tante sfumature... Come fai a trasformarle tutte in parole, a renderne il significato nella sua pienezza, a spiegarne le sottili ramificazioni che dipendono da altre ramificazioni passate? Facciamo fatica noi stessi a fare luce nel nostro passato, figuriamoci a trarne una forma leggibile all'esterno...
Una ragazza che chiude tutto e parla con il suo cagnetto può avere tante spiegazioni e giustificazioni. Spesso capita anche a me di farlo: come ben sai può essere il cagnetto oppure le pianticelle dell'orto. E' l'interlocutore che spesso avvertiamo mancare: nessuno all'altezza, nessuno che possa capirti, vai a spiegare... Poi, però, magari trovi qualcuno che sa ascoltare in silenzio, oppure trovi qualcuno che ha condiviso esperienze analoghe... e diventi un fiume in piena, straripante di parole finchè le parole possono assisterti. Quando non puoi più affidarti ai concetti, è la volta della pelle: è il momento di riversare sensazioni, emozioni, sentimenti allo stato puro. Ma per far questo hai bisogno di mani da toccare, di occhi da guardare, di labbra da cui leggere piccole smorfiette...
Adoro gli alberi anch'io, mia Nicole. E non sai quanto...
Ora è venuta voglia di patatine fritte anche a me...
Come dici tu, Nicole, non è facile spiegarlo. E di certo non è nemmeno facile capirlo...
RispondiEliminaMagari non è nemmeno neccesario
RispondiEliminaLe cose che non si spiegano per quell'alone che ti lasciano sono le più belle sensazioni, non trovi?
Per Ariel Princess:
RispondiEliminaSolo se poi alla fine puoi condividerle e con una persona giusta. Almeno io la vedo così...
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
RispondiEliminae questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare
- Giacomo Leopardi -
Per Marcus:
RispondiEliminaSi con la persona giusta, sarebbe bellissimo.
Ma quell'alone che ci lascino le sensazioni, per ognuno è una cosa a se.