giovedì 2 agosto 2012

La mia africa

Si, ero seduta a fumare e a guardami in giro. Mi conosci bene in fondo. Ho tante cose da raccontarti, ma comincio da qui...
Te lo meriti , tu che mi hai annusata e assimilata molto bene...
Sai cosa pensavo seduta sul muretto? 
Pensavo che ho passato buona parte della mia vita a trattenere ogni cosa incrociasse il mio cammino. E tante volte non ho saputo dirlo, dimostrarlo.
E se ci ho provato era tardi o ero poco credibile ,perché non sapevo dirlo.
Ho amato ogni singola persona in silenzio, pensando che dimostrarlo con gesti bastasse.
Ho giocato a depistare, ho mescolato carte e spesso ho barato, ma baravo soprattutto con me ste stessa.
Ho incontrato persone che pensavano di farmi scema e ho giocato a fare la scema.
Ho incontrato persone che pensavano fossi un prodigio e ho giocato a fare la talentuosa.
Ho incotrato chi mi vedeva bellissima e ho giocato a trasformarmi in tale.
Ho incontrato chi mi vedeva brutta e ho giocato a fare il cesso.
Ho incontrato chi mi credeva furba e ho giocato a fare la volpe.

ma mentre giocavo finivo per crederci...

e mi perdevo nelle mie mille identità...fino a perdere la centralità di me stessa.
O forse sono un po' di tutto. Dipende da chi mi 'guarda' e da come mi sveglio la mattina.




Una persona mi chiama 'La mia africa'...
Si, c'è molto di Africa in me...
Sono una selvaggia civilizzata con l'istinto della fuga continua...
Non sono mai riuscita ad essere convenzionale e per qualcuno sono un originale , per non dire altro:).

Ti basti sapere che al mare ai vicini che disturbavano continuamente e che tutti criticavano , ma ai quali nessuno osava dire nulla, ho dato una lezioncina a modo mio.
Mi sono messa in macchina e nell'ora che finalmente riposavano loro,  ho pensato bene di passare e spassare sotto il loro terrazzo, suonando il clacson. E' uscito Geiar ( lo chiamo così) con i capelli ritti in testa e scalzo.Mi ha chiesto  allarmato cosa fosse successo e serafica ho risposto: Mi sono cadute le tette sul clacson, scusami.




Ecco, questa sono io.




Scomoda, comoda non lo so, di certo scomoda a me stessa, perché ogni cosa ha un prezzo e io spesso l'ho pagato salato e spesso per fare la paladina delle cause perse.


Sono tante cose e penso di avere almeno altre quattro africane dentro di me. C'è pure l'africana contemplativa, quella che piange per un tramonto.


Il resto te lo dirò a voce, come ben sai non tutto si può raccontare in pubblico , perché dentro di me c'è pure l'africana che i panni sporchi li lava solo in famiglia;).




Ah!...ti voglio bene:) ( l'africana tettuta ti stringe)









5 commenti:

  1. Non si dice tettuta, tettona è il termine corretto!

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  2. wow....
    un quadro particolare della tua persona...
    quasi un dipindo da ammirare....
    bel post Nicole davvero!!!
    bun mare cara

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  3. Faccio il possessivo e ti considero "la mia africana" anche quando dai le tettate sul clacson.
    Che spasso, da morire dal ridere.

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  4. Ho rivisto molto di me.
    Ingannare il destino per non caderci dentro: passare da scema quando sono una iena; continuare ad annuire con la testa come quei cagnetti dietro i lunotti delle vecchie auto, quando dentro gridavo il mio NOOO.
    Qualche volta ho tirato una stoccata. Ma mi sono fatta male lo stesso.

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  5. Da quel che s'intuisce c'è molto, molto, molto di buono in te. Gran bel post, complimenti! ;-)

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