mercoledì 28 aprile 2010

La variabile impazzita...


Oggi solo riflessioni...


Mi sto chiedendo perché riusciamo a parlare liberamente con perfetti sconosciuti anziché con persone che fanno parte della nostra vita e che dovrebbero conoscerci meglio o intuire più di una persona che non ci conosce i nostri stati d'animo , desideri , tristezze o altro.
Mi leggono due o tre persone del mio reale e all'inizio ne sono rimasti sconvolti. Altri non immaginano nemmeno la mia 'doppia' vita e qualcuno pur sapendolo non è minimamente mosso da curiosità

E' anche vero che nella realtà non è che mi apra tantissimo...forse perché sento di non potermi fidare.
Se lascio trasparire mie fragilità, mi guardano come un'aliena ed ormai ho imparato ad omettere Mi alzo ogni mattina è indosso la maschera della donna che non deve chiedere mai...
Poi invece virtualmente lascio trapelare anche le mie fragilità.

A qualcuno ho mandato dei segnali, dicendo...leggimi, c'è qualcosa di te nei miei post...ma non ho sortito nessun effetto. Viene considerato un mio capriccio, una mia stravaganza, una delle tante.
Pac pac , una carezza sulla testa uno sguardo ed un tono accondiscendente mi fanno capire di stare buonina, di non sconvolgere le loro certezze su di me e su se stessi.
In cuor loro mi hanno sempre considerato una variabile impazzita Si , sono una variabile impazzita di un sistema che agisce per schemi...Qualcosa che attira, ma allo stesso tempo fà paura...perché scuote, dà da pensare...e non c'è spazio e tempo per le pippe mentali. E' più facile lasciare che il tempo scorra tra certezze di giornate sempre uguali, ma quasi rassicuranti. E non importa se poi ogni tanto affacciati al balcone della vita, senti la neccessità di volare via. O se di colpo imbocchi un precipizio quando ormai tornare indietro non è più possibile.

Io ho sempre volato invece...e ora anche di più. Ogni tanto mi brucio le ali, qualche piccione prende la mira e cerca di cagarmi sulla testa...ma io imperterrita esploro e alla prima area di servizio, mi rifaccio le ali nuove e ritorno a sfidare il sole e i piccioni.

Ho conosciuto belle persone ultimamente o almeno è così al momento. Il condizionale è il mio verbo preferito ultimamente. Mi permette di non soffrire.

Si, sono in una nuova fase...da qualche parte porterà e chi c'è c'è.


P.S.
Vi consiglio la traduzione di questa canzone in dialetto siciliano. A mio avviso molto significativa e bella.







16 commenti:

  1. Ultimamente mi è capitato di rispondere a questa domanda:
    "Perchè secondo lei le persone scrivono?" (mi sto riferendo ad una domanda posta nel corso della presentazione del libro...).
    Senza che nemmeno me ne accorgessi ho risposto al giornalista (evento eccezionale Nicole! Io faccio una fatica emorme a parlare davanti a più di 3 persone!!!):
    "Noi scriviamo. Scriviamo perchè davanti a noi non c'è nessuno che ci osserva. La nostra voce passa attraverso la testa, scende lungo le braccia e si fa scrittura nelle dita delle mani. Quello che non riusciamo a dire a voce, lo urliamo tramite quello che scriviamo, senza che nessuno possa fermare il nostro discorso. E' il modo che abbiamo per dire al mondo o anche solo a noi stessi: "Io sono qui, con tutto il mio cuore in mano". Noi scriviamo perchè solo così sappiamo di essere vere, sincere, fino in fondo. Avete la nostra anima in mano... fatene tesoro"!

    Ho detto questo perchè lo credo. Un giorno, forse te l'ho anche raccontato, un "amico" mi ha detto: "Io non ti leggo, tanto ho con me l'originale!".
    L'ho lasciato poco dopo. Non sapeva che l'originale è capace di mentire. La persona che scrive no, mai!

    Ti abbraccio
    Joh

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  2. se (e dico se) un blog serve anche a cercare riscontro di noi nelle parole di altri, non ci vedo nulla di strano nel trovare interlocutori previlegiati soprattutto in degli sconosciuti......

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  3. Amici e parenti?
    Non mi leggono mai.
    Non me ne cruccio, anzi ciò mi rassicura non poco.

    ;)

    Un beso.

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  4. Si scrive per essere quello che si vuole essere o per dimenticarci di essere quello che si è.
    Il punto è Siamo chi siamo o chi vorremmo essere?
    Comunque devo ricredermi..la primavera cambia umore e tempo, sara' per questo che ci facciamo le menate, anche io mi sto chiedendo un sacco di cose, ma mi faccio domande che non sapevo di avere da farmi

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  5. è verissimo. E' così. Succede anche a me. Ho smesso di parlare del mio blog dei miei interessi perchè ad ispirarmi non è, ormai da un pò, quella specie di fraterna combriccola indifferente, di cui a volte farei volentieri a meno.

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  6. Forse qualcosa che si avvicina abbastanza all'idea di "maturità" di cui tanto si discetta - spesso a sproposito - sta nel fatto di riuscire ad essere sé stessi in ogni occasione; virtuale o reale che sia.
    Forse....

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  7. Perché?
    Ascolta, e se uno non capisce il siculo, come la mette...con la canzone?
    Ma sicuramente i siculi sanno cosa dice...la canzone; ma tu non sei donna che si ferma alla conzone.

    Questo post? Non so se commentarlo

    Va beh, chi capirà ti potrà pigliare, diversamente son cazzi virtuali...solo quelli,penso...la vita scorre in avanti!

    Ma perché devi sfrugugliare con 'sti post?
    Rifletti troppo Tu, meglio fare che dire...o NO?
    OK...
    Basta,mi rifiuto di andare avanti...cerco di interpretare-capire la canzone.
    Ciao Nicole...comunque: IL VERO POST E'NELLE PAROLE DELLA CANZONE. eros ha sentenziato.

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  8. la prima domande che ti poni nel tuo post me la sono posta anch'io centinaia di volte...e non ho ancora trovato la risposta
    essere immaginati sempre come dei piloni di cemento alla lunga ti logora....sarebbe meglio essere delle piume ;)

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  9. A me fa pensare una cosa.
    Un post in blog si scrive e lo si pubblica. I Feedback su quello che abbiamo pensato e scritto vengono solo dopo, e sono scritti. Mentre pensiamo e scriviamo mancano tutti gli altri fattori di una comunicazione – la prossemica, il linguaggio del corpo, il tono della voce, lo sguardo, ecc…
    In una comunicazione dal vivo, con uno o più interlocutori, siamo invece condizionati da una serie di elementi che in un qualche modo e anche se in minima parte, ci condizionano.
    Quindi è probabile che su un blog siamo molto più quello che sentiamo dentro, il nostro io interiore, ma forse un po’ meno noi stessi.
    Per cui, dal mio punto di vista, il blog ci è utile a capire quello che sentiamo ma credo non debba diventare il nostro specchio, per quello abbiamo bisogno di un reale contatto umano…..per quanto utile spero che un blog non diventi il nostro unico modo di comunicare e ancor peggio un rifugio.

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  10. sono sempre alla finestra, vedo gente che gira per la strada gente bella, brutta, allegra, incavolata e triste, gente vecchia con la cinta alzata e la bocca stretta. Turi ho voglia di qualcosa un passa bocca, un lemonsoda lui le risponde giusi quando ti chiamavi giuseppina andavi pazza per la brioche con la granita. Turi tu ne hai fatta di strada e ora che sei un grande imprenditore devi imparare a parlare in modo raffinato

    sono sempre alla finestra e vedo gente che non fa niente, coricata sulle panchine della piazza, accende e spegne la sigaretta, gente che si incontra e dice 'ciao' con una guardata, gente che si allontana, gente che si abbraccia e poi si bacia, gente che va avanti stringendo la cinghia "si strapazza e nn si pinna" ? annuncia che quest'altro inverno non si dirà messa, gente che vive di stenti ma fa trovare la tavola apparecchiata a chi comanda

    che c'avete da guardare non avete altro a cui pensare almeno un poco di da fare, andate a lavorare, urla un vecchio indispettito, abbiamo "u picciu"? dietro il vetro.
    Io gli dico 'mi deve scusare, ma questa è casa mia e sto dove mi pare'

    la domenica mattina dagli altoparlanti della chiesa la voce di padre Coppola stordisce le nostre case, entra dentro le ossa,peccatori rinunciate ai peccati della carne, quando il diavolo si affaccia rafforzatevi le mutande quando davanti la chiesa si posteggia un macchinone scende saro branchia detto Re Leone, padre Coppola balbetta e conclude velocete l'omelia con tre parole perchè sua maestà deve fare la comunione

    che c'avete da guardare non avete altro a cui pensare almeno un poco di da fare, andatevene un poco a mare urla un vecchio cattivo così abbassata mi sembrate un fantasma, io gli dico mi deve scusare ma perchè dovete stare sotto casa mia per insultare

    sono sempre alla finestra e guardo la grande civiltà che c'è stata Unni, Turchi,Ebrei e Cristiani si stringevano la mano, ai tempi si pensava che 'la diversità è ricchezza', tempi di bellezza e di poesia, d'amore e di saggezza.Quello ch'è stato ieri oggi potrebbe ritornare se troviamo semi buoni da piantarei n questa tera di fuoco e mare, oggi sento che mi parla il cuore e dice che le cose stanno per cambiare.

    che c'avete da guardare non avete altro a cui pensare almeno un poco di da fare,andatevene a ballare, fate 4 salti e uscite giusto per distrarvi io gli dico 'con piacere c'è qualche danza strana che volete consigliare!?

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  11. @Milo
    Sei sempre un Grande:))))


    @Tutti, grazie dei commenti tutti bellissimi!

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  12. leggo il post accennando continuamente un sorriso. ed è il massimo del compiacimento.
    Foto bellissima, canzone inebriante.
    L'essenza di tutto questo? "solo" una variabile impazzita

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  13. generalmente le persone che ti stanno accanto,quando si ha bisogno perche' si sta passando un momento particolare, sono portate ad essere troppo accondiscendi oppure a non prenderti troppo sul serio.
    scrivere su di un blog relazionando con persone sconosciute e di conseguenza non prevenute nei tuoi confronti ti spingono ad aprirti di piu',inoltre lo scritto rimane ,le parole volano ed e' difficile esprimere,a parole, completamente chi sei ora,riguardo ad amici o parenti che ti vedono come eri.
    vedi io non sono nemmeno capace di scrivere,non se sono riuscito ad esprimere bene il mio pensiro, ma spero tu abbia capito cio' che intendo.
    la canzone per me e' arabo ;-)

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  14. ciao Nicole...come sempre parole che conosco e parole che condivido,anche io mi sono trovata e mi trovo tutt'ora in questa situazione : le persone che mi conoscono davvero sono due o forse tre e tra queste non c'è nemmeno mia madre e mio fratello che vivono con me per dirtene una, per dirtene un'altra neppure sono invogliata a farmi conoscere, non sarebbero all'altezza di capire sia perche' ormai di me hanno una immagine sia perche' sono molto manipolati dalla societa' che limita.molto conforto e coraggio mi è venuto 1000 volte dall'etere e il mio blog non è letto da quei conoscenti a cui l'ho detto e credo nemmeno da chi lo ha ispirato.....
    sono convinta che la vita virtuale non è a comodita' e di quel che trova si accontenta, dicendo tanto di vero perche' non c'è motivo di giustificazione. nella realta' tutto dipende da cio' che dai e possiedi, nel web da quel che sei ....scrivere è la profumazione dell'anima.
    ti abbraccio ^_^ bacioni Monì

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  15. Pochissime persone che conosco leggono il mio blog e comunque lo fanno saltuariamente. Hai ragione, è più facile parlare di sè con gli sconosciuti che con le persone note.
    Qui non sei giudicato, trovi sempre chi è disponibile a dirti la sua e a dare un consiglio. Nella vita reale c'è chi va di fretta, chi ha i cavoli suoi, chi ha altro per la testa e non ti bada. Va così.

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  16. Letto il tuo post vado subito al finale.
    Se l'uso del condizionale in questi ultimi tempi ti permette di non soffrire non c'è alcuna ragione perché tu debba smettere,continua a farlo.

    ps. grazie ai miei avi ho potuto apprezzare meglio
    la canzone in dialetto siculo.

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