lunedì 25 giugno 2012

La puzza sotto il naso

Oggi sono in vena di polemizzare, non sono incazzata, anzi...ogni tanto però mi va di sfriculiare, soprattutto se è un lungo pomeriggio.


Ogni tanto qualche amico di penna e di blog, mi segnala qualche blog interessante ed io che non conosco limiti alla mia curiosità, vado a vedere.
Alcuni sono davvero dei blog meravigliosi, dove leggere significa ritrovarsi nel Paradiso della speranza. E' bello sapere che in giro c'è gente pensante, cha ama con passione e con passione odia e con passione scrive e si diverte e con passione rilascia tutto l'amaro e il dolce che forse come me, trattiene nella vita reale.
E quindi, vi domanderete?
E quindi, non sempre va così...
Premesso, che ognuno scrive come sa farlo, già detto e ridetto mille volte e più...
Io per esempio getto tutto dentro e spesso sorvolo sulla punteggiatura, ma si sa, nessuno è perfetto ed io con punti e virgole non vado d'accordo... Questo non significa che non sappia come si usa la forma, solo me ne fotto. Tra l'altro la punteggiatura spesso è anche un fatto soggettivo, potremmo spenderci trattati sull'uso della citata.
E poi sono umorale, lunatica e scrivo secondo i miei stati d'animo, non sto li a pensare come fabbricare il mio raccontino, la mia scrittura rispecchia il mio modo istintivo di essere, ma se dovessi partecipare ad un qualsiai Concorso, saprei come dover fare.
Certo non sarà condivisibole questo mio pensiero, ma tant'è questa è!

Insomma dicevo...ogni tanto vado in qualche blog segnalatomi ed effettivamente trovo dei post molto belli, scritti in un italiano perfetto, ma privi di umanità, trasporto, empatia. Sembrano una esposizione del Vocabolario della lingua italiana. Giri immensi per non dire un piffero o per dire giusto un piffero, ti perdi negli stand degli aggettivi e affini.
Te ne accorgi anche dal fatto che se lasci un commento, non ti cagano di striscio. Come osi tu, in due parole, commentare il loro sproloquio?
Solo Enzo riesce ad essere comprensibile, forse perché lui non sfoggia, ma butta fuori in tutta naturalezza il suo sapere.
Neanche io rispondo ai commenti, se non per segnalare un'imprecisione, ma se dovessi decidermi a farlo, lo farai con tutti, tutti o nessuno.
Invece no, loro creano un giro 'elitario'...passano dal tuo blog e se non ci sono citazioni o parli di cavoli tuoi, alzano tacchi e culo e vanno via e ti saltano nei commenti.
Certo non si può piacere a tutti e tutti non piacciono nemmeno a me, non è questo il discorso...il discorso verte sull'educazione in realtà.
Mi si dovrebbe spiegare perché vi mettete nei miei preferiti , se poi non vi piaccio.
Se non mi piacete , mica vi metto nei miei preferiti, io.
Io credo che il virtuale dovrebbe essere l'occasione di essere finalmente liberi, invece di riproporsi anche qui, con atteggiamenti di snobismo e di facciata.
VEnire anche qui a far sfoggio del nulla è una faticaccia in più...
Ho scoperto di recente il blog di una donna che si chiama Keiko.
Io lo trovo fantastico, un diario agrodolce a tratti duro, di vita vera. E si sente che è vita vera e non inventata per far colpo.
Tra un piatto di polpette al sugo e  di saporiti risotti, esce fuori una donna che sa scrivere e raccontarsi. Forse saper fare le polpette e parlare anche di polpette esclude che si possa conoscere la poesia e l'arte?
Per nulla!...Tant'è che in quel blog ne trovate tanta di poesia, soprattutto quando lei si racconta.
Quindi, snob dei miei stivali, non sapete cosa vi perdete!
Ah senza dimenticare il mio amico : Il Monticiano...Dovrebbero insegnarlo nelle scuole il mio amico, altro che i soliti libri noiosi e ripetitivi di storia.
Le foto di Kylie che sono un post nel post... io la chiamo la blogger dell'essenziale, in poche righe trovi tutto.
E se venisse il sospetto io parli per rabbia, sbagliereste su tutta la linea...non essere calcolati da voi, se ciò succede è una garanzia per me di non somigliarvi nemmeno un po'. E ne vado fierissima! 


P.S.
Ne avevo già parlato, ma colgo l'occasione per ribadirlo e farvi conoscere gli amici blogger che ho menzionato.

Ah i blog delle persone citate, li trovati nei commenti ai miei precedenti post, cliccando sui loro nomi accederete ai loro blog.


 

13 commenti:

  1. Nicole,mi hai commossa.
    Sto parlando solo con te e non con il web: io non ho mai avuto molta considerazione in vita mia e credo che si legga bene tra le mie righe, a volte ironiche,altre,come ben sai drammatiche.
    Quando ho deciso di aprire un blog, tra l'altro a fatica perchè so usare poco il pc, l'ho fatto per i motivi che dici tu: esprimermi, aprirmi, senza veli o maschere e se sono sgrammaticata pazienza. L'anima parla per me.
    Ti voglio bene
    Grazie ancora

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  2. Fortunatamente non sono capace di far parte di quelli che scivono post che "sembrano una esposizione del vocabolario della lingua italiana"
    anzi, al contrario da me magari disimparate a scrivere.
    Anche a me la Keiko piace sin dal 26 aprile c.a.
    E, tanto per sviolinare e ringraziarti della citazione, sapessi come ti leggo voluttuosamente ogni volta specie quando scrivi incazzata. Anche se non sempre lascio qui da te due parole.
    Io, per non sapere né leggere e né scrivere, ti saluto con un abbraccione, tié.
    aldo.

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  3. boh, neanche dovresti rispettare strettamente le regole della punteggiatura. essa rapresenta, in fin dei conti, una gestica dell pensiero per uno che scrive certi narazioni, e il lettore deve seguire i tuoi "gesti" se vuole entrare nell tuo universo, se vuole partecipare attivo ai tuoi ritmi personali.

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  4. Nicole ho letto la poesia!!
    Come cavolo ho fatto a non ricordare Gozzano?!
    Deve essere l'età o il caldo :(
    E' meravigliosamente barocca e inebriante come il profumo delle rose mai colte.
    Ti ringrazio per avermi dato modo di rileggerla.
    Un affettuoso ciao

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  5. Punteggiatura: è finita l'epoca dei temini e dei dettati, per fortuna. Dipende dalle velleità e dallo stile.

    Cultura con la Q: chiunque può scrivere un bel pezzo, tanto se è una spremuta di cuore come se è un "elaborato". Altrimenti dico, che una cosa bella (ergo, che ti smuove qualcosa dentro) la si può trovare dovunque.

    Deteriore: secondo me dai troppo peso alle dinamiche di un mondo che, alla fine, è al 90% egoismo e divertissement. "Vivi e lascia vivere (ma senza sassolini nelle scarpe)"

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  6. Ma davvero ci si sorprende che sul web si ritrovino gli stessi vizi della vita reale? Non è mica un mondo parallelo...

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  7. Nicole il web è inguaribile, pieno di tutti i vizi meno qualche virtù della vita reale; ci si scrive per un'infinità di motivi e ci si legge per altrettanti. Ribadisco che non accettare commenti per partito preso è una minchiata assoluta, il blog prevede interazione altrimenti è un'altra cosa ( cosa è da decifrare) ed è esattamente lì che casca lu sceccu. E' l'interazione che stimola ai gesti più elevati e a quelli più biechi e mediocri; dipende dalle persone e se c'è un modo di far morire un blog assieme al suo blogger è proprio distruggerlo con i commenti o usarli in modo improprio. Io credo di avere un'ampia esperienza in merito... tuttavia l'elitarismo cui fai cenno, una certa esclusività di alcuni blog è fisiologica, non siamo tutti per tutti e in certi casi scrivere e relazionarsi con gente che possiede la tua stessa sintassi esistenziale e culturale diventa indispensabile. Piuttosto i blog potrebero essere anche fonte di scambio e appredimento se ci fosse genuino dediderio e una cultura non spocchiosa da approcciare, una bella utopia che te ne pare?
    I commenti a volte sono inutili o controproducenti, ci sono post perfetti sui quali puoi stampare solo un applauso ( alcuni tuoi lo sono) o riflettere in silenzio, altri talmente inutili nei quali non c'è proprio niente da dire: penso che dovremmo tutti uscire da questa odiosa sindrome del "commento ad ogni costo" altrimenti conosciuta coma la sindrome del COMMENTO ERGO SUM, dovremmo solo essere più seri e educati e coltivare nella nostra esposizione virtuale meno inconfessabili disegni. Un abbraccio.

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  8. complimenti al tuo blog.
    Ciao Sabry.

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  9. Ciao Nicole...
    sono nuovo, ma poggiandomi sulle giuste parole del nostro comune caro amico Enzo “... ERGO SUM” vorrei spontaneamente dar voce anche ai mie pensieri. Certo non è un bel modo per presentarsi e tanto meno per dire o affermare delle cose che non sono di ordinaria comunicabilità... ma come tu stessa hai affermato, oggi sono in vena di interagire anche in questa tua preziosa isola virtuale, ma assai reale nei sentimenti....
    Mi butto, nella speranza (inconsapevole) di non rompermi l'osso del collo, ma con la certezza (consapevole) che “TANTO SIAMO IMMORTALI” è come dire, ma alla fine chi se ne frega....io ho il mio immortale cuore ancora da manifestare.....

    Come dicevo, motivato su su questo tema del pensiero , “ergo” vorrei aggiungere un'altra piccola conoscenza che spesso ci sfugge per mancanza di tempo.

    Perché un cosa è idea di sé ed ideali ed altra cosa è mettere ciò in atto: tra il dire e il fare c’è, veramente, di mezzo il fatidico mare!...

    …. infatti, accade che, se siamo veramente forti dei nostri valori ed ideali e dei convincimenti derivanti dalle consapevolezze, “si chiuda”, per così dire, “una porta e si apra un portone”…su un nuovo mondo, però. SU UN NUOVO MONDO PERO’ che è un’indefinibile bellissima percepita/sentita capita celata invisibile verità.

    Oggi non voglio commentare il tuo bel dire, ma solo riportare delle riflessione con dei pensieri trascendentali perché ogni coincidenza significativa del tuo dire porta a porsi delle domande sull'ESSERE O NON ESSERE o tanto meno CHI SIAMO VERAMENTE DENTRO DI NOI STESSI.

    Spesso, con un linguaggio più nascosto e conoscitivo, si nomina Saturno, (Il Lupo), spesso si nomina Paracelso e la sua ermetica alchimia che innalza l’innata dualità dall’essere animale all’essere ECCE HOMO, così come si nomina anche Cartesio che affermò : "IO SONO E DUNQUE PENSO" e sono pure quello che "penso" e, soprattutto, sono quello che faccio. Le mie opere devono assolutamente parlare di quel che sono, altrimenti, c'è qualcosa ce non va in me.” ecc.

    Spesso su questo filone ragionativo s'inciampa proprio su queste tematica esistenziale DELL'ESSERE O DEL NON ESSERE e su solo questi pochi concetti, voglio solo riportare delle riflessioni di logica speculativa ed anche di celata realtà trascendentale.

    Cartesio – sostiene Hegel – dette alla filosofia “un indirizzo affatto nuovo Con lui ha cominciamento la nuova età della filosofia…”

    Affermando che si debba “DUBITARE DI TUTTO”, egli pose, “come prima esigenza della filosofia”, “IL TOGLIERE VIA TUTTE LE PROPRIE DETERMINAZIONI” il toglier via, cioè, in nome del pensare, del “puro pensare” che è precisamente astrarre da tutto” da tutti i pensati, da tutte le rappresentazioni.

    Tolti via i pensati, rimane appunto il pensare e, con il pensare, l’io (“io posso infatti astrarre da tutte le mie rappresentazioni, ma non già dall’io”)

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  10. Cartesio – osserva ancora Hegel - “prende le mosse dall’io come da quel ch’è senz’altro certo: io so che in me si affaccia qualche cosa (cioè il pensare). Con ciò la filosofia è d’un tratto trasferita su un terreno e in un punto di vista affatto nuovi, nella sfera, cioè, della soggettività” ; e aggiunge: “L’IO PENSO” contiene immediatamente il mio essere: questo, dice Cartesio, è il fondamento assoluto d’ogni filosofia. La determinazione dell’essere è nel mio io: questo legame è esso medesimo il Primo. Il pensiero come essere e l’essere come pensiero, ecco la mia certezza, l’io; nel celebre ”COGITO ERGO SUM” sono dunque inseparabilmente congiunti “pensiero” ed “essere”; tuttavia, è vero anche come sostiene Kant “CHE NEL PENSARE NON E' CONTENUTO L'ESSERE”, ma è altrettanto vero, come asserisce Hegel - che l’essere e il pensare “formano pur nondimeno una “IDENTITA'”, e che “la loro unità non è compromessa dalla loro DIVERSITA”

    La diversità non compromette infatti l’identità o l’unità riflessa che va in manifestazione. Tra me, ad esempio, e la mia immagine nello specchio (come pure tra me e la mia foto o il mio ritratto) si danno appunto, insieme, identità, unità e diversità.

    Va sottolineato, tuttavia, che tale diversità consiste soprattutto nel fatto che io sono un essere, mentre la mia immagine speculare è un NON-ESSERE: una parvenza, un riflesso di una causa prima, che viene alla luce solo nel momento in cui il mio essere vivo si rispecchia nell’essere morto dello specchio. L’OSSERVATORE ATTENTO CHE CONTEMPLA LA SUA STESSA INFORMATA CRISTALLIZZANTE DINAMICA REALTA’

    Fatto si è, però, che col “toglier via tutte le determinazioni”, si dovrebbe toglier via pure quella dell’io, POICHE' ANCHE QUESTA NON E' CHE UNA NERA O RADIOSA RAPPRESENTAZIONE.

    Fa notare infatti Steiner: “Il pensare è al di là di soggetto/oggetto. Esso forma questi due concetti come forma tutti gli altri (…) Non è che il soggetto pensi per il fatto di essere soggetto; bensì esso appare a se stesso come soggetto perché ha la facoltà di pensare” ).

    Il che vuol dire che anche l’io del quale si è abitualmente coscienti “ E' UN PENSATO”, e non un “pensante”. Vero “pensante”, infatti, è il Soggetto (l’Io) dal quale scaturisce il pensare, e non il soggetto (l’io) scaturito dal pensare.

    Sempre Steiner fa per l’appunto osservare: “Supponiamo che la rappresentazione dell’io produca qualcosa al cui interno troviamo l’essere umano vero e proprio, qualcosa cioè in cui l’anima sia all’interno di quel sé. Supponiamo che ciò risulti dalla rappresentazione dell’io. Dovrebbe allora sorgere a ragione la domanda: cosa accade durante la notte, durante il sonno? L’uomo non è inserito nella rappresentazione dell’io, essa cessa completamente. Tutti i concetti, che a partire dalla rappresentazione dell’io ci facciamo sull’essere dentro l’io, valgono solo per la vita di veglia, poiché la rappresentazione dell’io cessa con l’addormentarsi. In quel momento essa finisce e al mattino compare di nuovo. Di conseguenza non è affatto duratura”. (Ecco perché il quel mio scritto ho detto immaginate di risvegliarvi l’indomani privi della memoria)

    L’ordinaria rappresentazione dell’Io è dunque la rappresentazione “non-duratura” dell’Io “duraturo”. Quest’ultimo, quale essere del sonno (del corpo), del sogno (dell’anima) e della veglia (dello spirito), quale essere, cioè, di tutto l’essere umano, è in effetti ben diverso da quello della sua diurna rappresentazione; tanto che si potrebbe dire: il COGITO ERGO SUM comporta IL NON-CIGITO ERGO SUM, mentre il SUM ERGO COGITO comporta il SUM ERGO NON COGITO; comporta, cioè, la viva presenza dell’essere anche in assenza della sua spenta rappresentazione. “Già spesso io sono stato – dice appunto Goethe – e veramente non ho pensato proprio nulla”.

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  11. I pensieri che tale Soggetto pensa, e la logica che esplica sul piano incosciente del sonno (dell’apparato metabolico e degli arti o della volontà), sono in effetti diversi da quelli che pensa ed esplica sul piano subcosciente del sogno (dell’apparato ritmico o del sentire), così come questi sono a loro volta diversi dai pensieri e dalla logica che apprendiamo sul piano cosciente della veglia (dell’apparato neuro-sensoriale o del pensare).

    Su questo piano, apprendiamo infatti i pensieri (i concetti) in forma di rappresentazioni, la logica in forma analitica e l’Io (spirituale) in forma di ego (vale a dire, di soggettività psicologica o corporea).

    Ma perché li apprendiamo così? Perché risentono, nella loro qualità, della mediazione cerebrale (corticale) che li fa emergere alla coscienza. Spiega in proposito Steiner: “Al materialista grossolano odierno conviene dire che il cervello forma il pensiero, cioè che il sistema nervoso centrale forma il pensiero. Per chi osservi le cose in profondità, ciò è vero come sarebbe vero, quando ci si osserva in uno specchio, ritenere che lo specchio abbia formato il volto che si vede in esso. Ma questo non forma affatto ciò che vi si vede, che sta invece al di fuori dello specchio. Lo specchio si limita a riflettere, a riverberare il volto (…) Ciò avviene in modo del tutto simile a quanto l’uomo esperisce come pensieri” .

    Nel rappresentare è “contenuto” quindi il non-essere; ma in tanto vi è “contenuto” in quanto è il mero riflesso di quel pensare in cui è “contenuto” l’essere, e che Steiner denomina, laddove è vivente, “IMMAGINATIVO”, laddove è qualitativo, “ISPIRTIVO” e, laddove è essenziale, “INTUITIVO”.

    In sostanza, come qualche volta ho avuto occasione di dire; la coscienza rappresentativa dell’Io (mediata dal corpo fisico o spaziale) non è coscienza di tutto l’Io, ma di quella sola sua parte che chiamiamo “EGO” e che da fuori si esprime nel condensato di una personalità che in effetti non è la sua vera natura .

    La coscienza immaginativa e la coscienza ispirativa (mediate, rispettivamente, dal corpo eterico o “temporale” e dal corpo astrale o “animico”) ampliano e approfondiscono l’autocoscienza poiché integrano la coscienza dell’Io quale realtà “solida”, con la coscienza dell’Io, a un primo livello, quale realtà “liquida” e, a un secondo, quale realtà “aeriforme”. Solo con la coscienza intuitiva dell’Io, in quanto coscienza immediata, si ha perciò la piena e spirituale autocoscienza.

    L’essere non è dunque - come afferma Kant - “altro dal pensare”, bensì è un altro pensare: un pensare dinamico (“immaginativo”) che può essere portato a coscienza soltanto da chi si conquisti la capacità d’integrare l’ordinaria e spenta mediazione del cervello fisico con quella vivente del cervello eterico.

    Ma che cos’è il “cervello eterico”? E’ forse qualcosa di simile al cervello fisico, ma di natura più tenue o più fine? No, il cervello eterico è una realtà vivente o “fisiologica” (un “campo di forze morfogenetiche”), e non una “cosa” o una realtà “anatomica”: ovvero, è la totalità o l’insieme delle attività o dei processi che si svolgono nel cervello fisico, ma che non sono svolti dal cervello fisico.

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  12. Dice appunto Steiner: “Se volete risalire all’attività che sta a base del pensiero, vedrete che dall’anima tale attività fa presa sul cervello e si esplica nel cervello. E se dall’anima elaborate una certa attività nel cervello, si produce in questo un rispecchiamento tale per cui si percepisce” un determinato pensiero. Questa è la chimica trascendentale di Paracelso come di tanti grandiosi INIZIATI di ogni tempo che attraverso il rito dell’ACQUA e del FUOCO hanno innalzato la loro COSCIENZA oltre l’ordinario, oltre L’IMMAGINARIO a quella COSCIENZA COSMICA che passa per ogni GEOMETRIA SACRA che ci mostra il DIVINO INTELLETTO (lo spirito, il padre,) ed il DIVINO AMORE (l’anima, la madre) che vanno in manifestazione entrambi attraverso IL FIGLIO che rappresenta il QUATERNARIO di quella ricercata coincidente CONSAPEVOLE COMUNIONE che lo porterà alla Divina MAGNIFICENZA, all’IO SONO Uno con il TUTTO perché TUTTO E’ NEL TUTTO “come sopra sotto”, COME SOPRA SOTTO così come per analogia, per simmetria per entropia c'è un legame tra il microcosmo ed il macro cosmo di cui siamo tutti parte integrante/aggregante in quell'indefinibile insieme che chiamiamo TUTTO.

    (1-> 2 1+2=3 -> 1+3 = 4 (l’uomo) 1+2+3+4=10) il numero sacro, il Dio trascendentale che tanto adoriamo ma che non conosciamo finché non entriamo dentro noi stessi. “O UOMO CONOSCI TE STESSO E CONOSCERAI GLI INFINITI MONDI DEGLI INFINITI UNIVERSI E GLI DEI CHE IN ESSI VI DIMORANO...” ma è anche vero che non si nasce imparati, o almeno (con qualche eccezione) ritorniamo su questo piano del raffronto, delle prove, su questo piano purgativo /purgatorio) PRIVI DI MEMORIA per correggere e superare I NOSTRI ERRORI PASSATI ed anche per imparare altre lezioni di vita.... Ma sempre l'albero si riconosce dai suoi frutti così come si raccoglie quello che si è saputo seminare in una vita precedente...... La legge dell'amore che vige in tutto l'universo tridimensionale (dei multiversi multidimensionali) passa per ogni equilibrante forza che da causa diventa effetto riparatore o produttore di altre distoniche squilibri energetici.....

    Scusami Cara Nicole per così' tantissime strane assurde parole...... Io per mia scelta non ho un blog, ma nei blogs il mio veliero veloce libero ribelle cuore naviga per ritrovare tantissimi dimentichi immortali amici....... è anche vero che da quella strada sono venuto per quella stessa strada farò il mio ritorno....

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  13. Grazie cara per la citazione! Mi piace come mi definisci. In fondo sì, sono essenziale nel blog come nella vita. Minimalista nello stile e nelle cose che mi circondano.

    Un abbraccio forte

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