
lunedì 2 novembre 2009
Rossetto e cioccolata.

Non so se avete visto questo film, quindi non aggiungerò altro. Ma per chi non lo avesse visto ne consiglio la visione.
Ho deciso, che non vivrò mai più una storia d'amore che non sia travolgente. Voglio l'inferno., attraversando il Paradiso...Il limbo non mi interessa...meglio sola. Niente ipocrisie. L'amore, la passione, il sesso sono le parole più cliccate sui vari motori di ricerca. In rete, ma anche nella vita. E non è vita senza passioni. Meglio il tormento...e qui non vale la regola dei cento Orsacchiotti di Troisi. Meglio un un giorno da leone. Ancora meglio cento...
Sconveniente, elaborato, salato, dolce, come vi pare, ma che dia il sussulto. Una volta non la pensavo così...preferivo le pecore o gli orsacchiotti. E intanto giocavo a carte nel limbo. Sempre lo stesso solitario. No no...voglio la dannazione...Ma mai a senso unico. Unica regola non scritta.
Voglia la forza che solo la passione corrisposta ti dà.
Voglio i sogni, voglio il gioco, voglio la scommessa. Voglio il sipario drappeggiato di rosso. Voglio l'amore da tramandare ai posteri...
Non dura? Lo so...niente dura, non esistono garanzia a vita. Ma rinunciarci a priori perché? Se non durano le storie 'vuoto cosmico' ( cit. di un amico), di sicuro durano molto di più le storie travolgenti. Dalla pelle al cuore, cantava qualcuno ed è vero. Più raro dal cuore alla pelle, se non scatta l'alchimia è frustrazione. E' binario morto. Voglio l'amore come quello dei due vecchietti che ho conosciuto. Le loro mani ancora a cercarsi...gli occhi a inseguirsi. Mi hanno raccontato che facevano l'amore ogni giorno. Non guardavano mai la televisione. Lui entrava in casa e la 'prendeva' dove capitava...tra i fornelli, sul divano, ovunque...eppure litigavano, ma fare pace era un pretesto in più per fare il bis. E non era la favola, avevano avuto una vita dura, ma non avevano mai perso la complicità. Si, credo che la complicità sia la chiave di svolta.
Sono stufa di uomini, che non capiscono che il 'litigare' a volte è solo un pretesto. O di donne che mentre lo fanno, si guardano allo specchio per vedere se sono sempre fighe ( me lo hanno raccontato degli uomini). Si, di legno.
Vi scandalizzo? E pensare che mi sto trattenendo o scriverei molto molto di più...
La verità è che la fuori, c'è un'umanità che vuole amare, lasciarsi andare, ma non sa come fare...neanche io in verità, ma almeno ho preso coscienza. E ho smesso di credere che sia impossibile...e sarà bello bellissimo travolgente, lasciarsi vivere totalmente...
E non metto nemmeno in conto che non sarà così.
P.S.
La canzone 'Rossetto e Cioccolata ' è tratta dal film.
Per un donna vera...

Giusto due giorni fa avevo letto delle tue poesie. Ogni tanto me le ripassavo. In alcuni di quei tormenti mi riconoscevo. E anche nelle gioie improvvise come squarci nella notte. Io non sono una poetessa, e nemmeno una scrittrice,. Sono semplicemente io. Ma non potevo non dedicarti qualcosa, perché da sempre credo che la Grandezza di ognuno di noi, si misuri con la memoria. E tu, non difettavi di quest'ultima. Ti ho amata come ti ho conosciuta dopo averti vista in un salotto molto noto, televisivo. I tuoi racconti, la tua vita tra salite e discese mi hanno profondamente colpita. Non è stata facile la tua vita; il manicomio, le offese , le ingiurie...gli amori tormentati. Eppure non hai mai perso la curiosità di vivere. E di trasmetterci attraverso le tue poesie i pensieri di una donna che ha vissuto intessamente ogni attimo della propria vita. Non eri perfetta, ma della tua imperfezione hai fatto poesia.
E mi piaceva di te il tuo mondo senza filtri e ipocrisie. Elegante nella tua noncuranza. Sempre con la sigaretta in bocca e gli occhi a fermare immagini, che vivevano con te e dentro di te.
Non mi mancherai pero', perché di te resta eterna la tua anima. La ritroverò ogni volta nella tua poesia.
Buon viaggio ovunque tu stia andando...
Requiem
ed ecco per te il mio requiem senza parole
con la bocca piena di erba e di felci azzurre
ecco il mio requiem della corifera che non
è creduta, della Cassandra che è vilipesa
magnifico esempio di segreta impresa
tu solo mi esalti e mi incanti perché
sei colui che non si può prendere ed essendo
fermo sulle rive del Gange in perenne
contemplazione aspettando che passi la pagliuzza
d’oro della conoscenza e dell’era eterna
tu che sei scaltro più della pietra e più
duro del sasso e che pensi perennemente
pensi alle ere pitagoriche e che veneri
Socrate e che infine sei Paolo di Tarso
atterrato dalla fede infinita ebbene io
ti disarcionerò dal tuo cavallo d’amore
filiale desiderante farò di te un martire
dell’ombra perché il segreto della tua
tristezza è l’ordine e il disordine delle
cose create perché io non sono dissimile a
tua madre a Cerere eterna e infine sono
anche la primavera che si mette sugli alberi
insieme alla rugiada e tu ami la rosa della
vergogna che mi trovo appuntata sul petto
e tu le esalti e le scorri con le tue dita
feconde. Potessi così capire il mio desiderio
che si apre il fiore della carne infinitamente bella
e trovarvi dentro il seme insaziabile
dell’amore e dell’ebbrezza potessi sprezzante te
spargere sangue insieme disseminare
la discordia degli abissi perché sei
il murmure pieno e il precipizio delle
albe e perché infine tu conosci il senso
della bellezza. Io aborro pensare ma
aborro anche muovermi nel caos infinito.
E mi piaceva di te il tuo mondo senza filtri e ipocrisie. Elegante nella tua noncuranza. Sempre con la sigaretta in bocca e gli occhi a fermare immagini, che vivevano con te e dentro di te.
Non mi mancherai pero', perché di te resta eterna la tua anima. La ritroverò ogni volta nella tua poesia.
Buon viaggio ovunque tu stia andando...
Requiem
ed ecco per te il mio requiem senza parole
con la bocca piena di erba e di felci azzurre
ecco il mio requiem della corifera che non
è creduta, della Cassandra che è vilipesa
magnifico esempio di segreta impresa
tu solo mi esalti e mi incanti perché
sei colui che non si può prendere ed essendo
fermo sulle rive del Gange in perenne
contemplazione aspettando che passi la pagliuzza
d’oro della conoscenza e dell’era eterna
tu che sei scaltro più della pietra e più
duro del sasso e che pensi perennemente
pensi alle ere pitagoriche e che veneri
Socrate e che infine sei Paolo di Tarso
atterrato dalla fede infinita ebbene io
ti disarcionerò dal tuo cavallo d’amore
filiale desiderante farò di te un martire
dell’ombra perché il segreto della tua
tristezza è l’ordine e il disordine delle
cose create perché io non sono dissimile a
tua madre a Cerere eterna e infine sono
anche la primavera che si mette sugli alberi
insieme alla rugiada e tu ami la rosa della
vergogna che mi trovo appuntata sul petto
e tu le esalti e le scorri con le tue dita
feconde. Potessi così capire il mio desiderio
che si apre il fiore della carne infinitamente bella
e trovarvi dentro il seme insaziabile
dell’amore e dell’ebbrezza potessi sprezzante te
spargere sangue insieme disseminare
la discordia degli abissi perché sei
il murmure pieno e il precipizio delle
albe e perché infine tu conosci il senso
della bellezza. Io aborro pensare ma
aborro anche muovermi nel caos infinito.
Alda Merini
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