Un volta il vento di scirocco aveva il suo fascino...soffiava portando con se ,il profumo del mare,dei fiori e dei cibi speziati.
Ora lascia solo sabbia e spesso arriva di notte.
Mi rivedo seduta sul divano dell'immenso salotto che avevamo al mare...sbracata, una gamba a ponente e l'altra a levante a guardare la tv....film anni 60 e inizi 70 in bianco e nero. Anche la tv era in bianco e nero,mentre tutto il resto era meravigliosamente a colori.
In lontananza mi giungevano le voci rassicuranti della Sacra famiglia e io mi irritavo solo del fatto che i film fossero interrotti dalle interferenze delle televisioni arabe.
Ogni tanto comparivano uomini e donne ,avvolti in abiti e fogge che a me a quel tempo parevano assai strani. Cantavano orribilissime canzoni che non capivo e mi rompevano onestamente i cabasissi.
Mio nonno seduto sul divano si sventolava con un ventaglio di bambù e il suo cappello di panama fisso in testa. Era un uomo estremamente elegante ma rigido.
Ovviamente mi sgridava per le mie posture poco signorili e io ovviamente me ne fottevo, ma non osavo rispondere. Era taboo rispondere ai miei nonni paterni. Avrei preso schiaffi e avrei avuto giorni di punizione in casa a lungo termine.
E anche una peste come me, sa quando arriva il momento di tacere. Dentro rosicavo e se i rimproveri diventavano insistenti,mi alzavo strafottente e mi ritiravo nella mia stanza. Una stanza grandissima , direi immensa che aveva vista sul castello e un pezzetto di mare. Stanza che pochissime volte mi sono goduta da sola. C'erano sempre ospiti in casa , un via vai continuo di parenti e amici. E mi toccava dividere la stanza con mio fratello e mio cugino più piccolo.
Tre lettini e io al centro, ma di letti in quella stanza ce ne sarebbero potuti stare almeno altri tre.
Ricordo che i letti erano di rattan e di fronte avevo una cassapanca antica e poi dislocati nei vari angoli: un armadio a due ante antico e una toilette laccata blu china.
La finestra sempre aperta e la tenda di lino sempre svolazzante lasciavano arrivare i profumi dal giardino ,orgoglio di tutta la famiglia. Se devo essere sincera io lo trovavo bruttino il giardino. No, non era brutto come struttura, anzi...solo che ognuno ci piantava secondo il suo estro quello che gli pareva. Io ho sempre avuto un senso estetico come dire...strutturato. Non mi piacciono le accozzaglie, a meno che, non seguano un senso logico. Per fortuna il resto del giardino dall'altra parte della casa era molto più bello...ad ogni modo da quel giardino frutto degli incubi della mia famigghia giungevano odori unici e mai dimenticati.
Me ne stavo a cosce scoperte sul letto,soffrendo il caldo bestiale e pagavo mio fratello e mio cugino per sventolarmi. Erano mercenari e io ne approfittavo:)
Ogni tanto faceva un'incursione mio nonno che al solito mi cazziava perché stavo scomposta in presenza maschile anche se parentale.
Vorrei spiegare una cosa però...
Io avevo un senso del pudore a modo mio...Ero timidissima fuori casa,ma totalmente a mio agio con le figure maschili della mia famiglia.
Ero la seconda dei nati tra i cugini e la primogenita della mia famiglia. Tutti maschi ed io sola femmina. Altre femmine arrivarono a distanza di dieci anni in seguito.
Non facevo differenza tra mio fratello e miei cugini,dato che, abbiamo vissuto sempre insieme al mare e d'inverno abitavamo sullo stesso pianerottolo con una porta del terrazzo sempre comunicante.
I miei zii e i miei genitori non mi avevano creato tabu e io mi sentivo perfettamente a mio agio al punto da non sentirmi in imbarazzo di girare in costume o avere atteggiamenti del tutto spontanei in loro presenza. Lo stesso valeva per loro...Non mi vedevano come una femminuccia, per nulla. Era così radicato questo concetto che se c'era da menare le davo e prendevo in egual misura.
Ho sempre avvertito da parte paterna però 'la colpa' di esser nata femmina. Nascevano da sempre maschi in famiglia e la mia nascita non fu accolta all'inizio molto bene.
Ho vissuto la cosa cercando sempre di dimostrare più del dovuto ,con atteggiamenti di sfida continui. E siccome sapevo che mio cugino ( il più grande) era il prediletto, visto dai miei nonni paterni come il nuovo Messia, la competizione tra noi due era fortissima. Ci adoravamo, ma allo stesso tempo, dovevano divederci ,tanto delle botte che ogni tanto (spesso) ci davamo.
Lui da piccolo era grassoccio e alto..io magra , ma aggueritissima. Già da allora imparai dove colpire un uomo per fargli mooltooo male!:)
Continua...( non voglio annoiarvi)
P.S.
Questa invece è parte della traduzione di questa bellissima canzone di Battiato. Ma credo forse sarà più compresa solo da chi ha sangue del sud come me.
'Ndo vadduni da Scammacca
i carritteri ogni tantu
lassaunu i loru bisogni
e i muscuni ciabbulaunu supra
jeumu a caccia di lucettuli ...
a litturina da Ciccum-Etnea
i saggi ginnici 'u Nabuccu
a scola sta finennu.
Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri
E quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri
l'amuri
E quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri
l'amuri
Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri.
P.S.
Questa invece è parte della traduzione di questa bellissima canzone di Battiato. Ma credo forse sarà più compresa solo da chi ha sangue del sud come me.
'Ndo vadduni da Scammacca
i carritteri ogni tantu
lassaunu i loru bisogni
e i muscuni ciabbulaunu supra
jeumu a caccia di lucettuli ...
a litturina da Ciccum-Etnea
i saggi ginnici 'u Nabuccu
a scola sta finennu.
Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri
E quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri
l'amuri
E quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri
l'amuri
Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri.
ciao Nicole......mentre leggo questo racconto mi fai venire in mente il film il postino di Troisi.
RispondiEliminaTroisi quando va a trovare il poeta Pablo Neruda in esilio interpretato da l'attore Noiret, si innamora delle poesie del poeta e le usa per conquistare il cuore della innamorata interpretata dalla Cucinotta.
Ti dedico alcuni versi di Pablo Neruda...............Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
Ciao Nicole mi stai rendendo felice giorno per giorno...............buon proseguimento
Battiato è un poeta, e fa da cornice a questi tuoi ricordi: mi immagino la scena raccontata, al caldo estivo del sud, il caldo del sud è diverso, è come più pieno, è come se iniettasse la gioia e la felicità.
RispondiEliminaCome per la canzone, lo può capire solo chi ha il sud che scorre nelle vene...
Piacevolissima lettura della tua infanzia libera e senza tabu e piacevolissimi i profumi del sud che riesci ad evocare.
RispondiEliminaCiao
Nostalgia del passato? Non credo, però mi sarebbe piaciuto vederti quando facevi la "guera co i masculi" di casa tua. Sono certo che chi ne usciva con le ossa rotte erano loro. E non solo metaforicamente.
RispondiEliminaUn abbraccione,
aldo.
poesia allo stato puro anche se da un paio di anni il maestro è un po' in declino.
RispondiEliminaMusiche, colori, sapori, suoni, immagini, parole di un sud che conosco...
RispondiEliminaC'è ciavuru bbedda, u vadduni da Scammacca a Catania esiste ancora. Ci sei mai stata? La canzone era nell'album "l'era del cinghiale bianco". Quando ti ci metti il vento del sud ti attraversa Nicole e arriva ovunque.
RispondiEliminaAnch'io da piccola avevo un cugino mio coetaneo che pestavo regolarmente. Era troppo il cocco di tutti! Mi dava fastidio.
RispondiEliminaBuon fine settimana cara!
Buon sangue non mente, mai. Ciao Nicole
RispondiEliminadolce notte
Maurizio