martedì 21 febbraio 2012

Diversamente fragile...

Ci metti mesi,anni e a volte nemmeno bastano,perché se ti va male, crepi senza neanche capirli determinati perché o il perché numero 1 della tua vita. Trascorri ore della tua preziosissima vita a piangerti addosso a sentirti vittima incompresa di questa o di quello , ti svegli col cuore in gola e ti maceri di insonnia e di tormenti per poi ricominciare punto e a capo...Cerchi di giustificarti, farti comprendere, spiegare e rispiegare e ritorni sempre al punto di partenza. Non te ne fai una ragione e ti ostini a credere che prima o poi qualcuno capirà. Ti parli addossi , si parlano addosso e nessuno ascolta ,nessuno scava nell'interiorità di nessuno. Ognuno con i propri cazzi,qualcuno con qualche cazzo di troppo.
Poi , tra salite molte e pochissime discese,cominci un percorso che piano piano ti scava dentro e speri nel miracolo. Miracolo che puntualmente non arriva.
Ma qualcosa dentro di te,continua a minare le fondamenta è: il tuo sub sub sub inconscio.
E succede quando non ci speravi più. Succede che un ricordo rimosso,ti salva forse quello che resta della tua vita. Ma prendi anche coscienza che non sono gli altri sbagliati, lo sei tu. Sei tu la protagonista principale della tua vita . Tutto il resto sono scuse per non assolvere le proprie vigliaccherie.
Sfortunati sono solo i malati terminali. Chi subisce violenze suo malgrado e i poveri dell'Africa. E scusatemi se ho dimenticato di citare qualche altra categoria di sfigati loro malgrado.
Ma tutto ciò che potremmo evitare e non lo facciamo è solo ed unicamente colpa nostra.Io avrei potuto evitare tante cose ed invece mi sono buttata , sapendo già come sarebbe finita. Allora che mi incazzo a fare,perché devo prendermela con chi già conoscevo e conosco?
Ho ricordato oggi un episodio che è stato il leitmotiv della mia vita.
Quando andavo a scuola io;la differenza tra classi sociali era ancora molto più evidente di oggi. Io ero in una classe di figli di papà, compresa me. Il resto erano figli di gente davvero povera o figli di gente in galera.
C'erano due o tre racchiette figlie di professionisti che si atteggiavano smorfiose tra i banchi. Una in particolare era il capobranco. Lei decideva i gruppi di lavoro, le ricerche con il ben volere degli insegnanti, completamente azzerbinate al fascino dei soldi e del potere delle famigghie.
Poi c'erano i compagni maschi. Non erano dei tappetini, erano molto di più...portavano scritto direttamente SALVE , stampato sulla faccia.
Alla faccia della sinergia e del volemosi tutti bene il resto della classe era emarginata e lasciata a se stessa da tutti.
E poi c'ero io.
La cogliona.
Quella che alzava sempre il dito, che faceva la legittima difensore delle cause perse.
Allora...se c'era una festa in classe o a casa dei soliti noti, i poveri non venivano invitati. Per carità, ovviamente con 'classe'. Bastava dire che il salotto non era abbastanza grande.
Ovviamente io mi incazzavo e per protesta non partecipavo neanche io.
Se c'era una ricerca io mi affiancavo agli 'appestati'.
Insomma sempre in prima fila a non farmi i cazzi miei.
Ma bastava, dico bastava un sorriso della davvero cessetta ,che allora veniva vissuta come un mito, che anche l'ultimo degli sfigati mi vendeva per due lire. Dimenticavano persino le famose ricerche sulla fame nel mondo dove tanti giovani disegnati su cartoncini si prendevano per mano, mentre chi li disegnava: si girava con disprezzo guardando le scarpe bucate della sua compagnia nella fila accanto.
Intanto io mi alienavo corpo docente e non docente.
Vi domandere cosa c'entri questo racconto con la presa di coscienza, neanche fosse la presa della Bastiglia...
Beh tutta la mia vita è stata fin quì così.
Sempre dall'altra parte, solo che dall'altra parte forse nemmeno mi ci volevano.
E non basta una, due e tre volte...ho reiterato sempre lo stesso errore. Sempre!
Solo l'avevo volutamente oscurato dentro di me.
C'è, che ora , mi sono rotta. Ho pagato abbastanza il mio Delirio di Onnipotenza e mi assolvo da tutti i mali.
Si cambia musica.
Ora finalmente comincio a pensare un po' a me. Ho bisogno io di essere salvata, ho tanta voglia di ammettere di essere anche fragile.











10 commenti:

  1. Si Sere...il desiderio di essere salvati è assolutamente legittimo... essere fragili e vulnerabili non è un peccato nè una colpa anche se spesso qualcuno o qualcosa fa di tutto per fartelo credere...resistiamo una vita..ci battiamo...ci incazziamo per degli ideali dai quali veniamo puntualmente traditi e quando ti senti davvero allo stremo poi accade il miracolo...la smetti di girare intorno agli altri e cominci a pensare a te...e vivi anche gli altri in modo diverso.. li vedi in modo diverso...sbagliati..giusti..accomodanti... possibili...inutili...e ti capita di startene da sola una notte a pensare che puoi farcela..che giusta o sbagliata che tu sia possa farcela sul serio...certo che meriti l'assoluzione da tutti i mali..certo che meriti di essere salvata...certo che meriti qualcuno che ti ascolti e ti comprenda...certo che sei fragile...ma non sottovalutarti mai però... io l'ho sempre pensato e detto e lo dico anche a te oggi Sere...tu sei la protagonista principale della tua vita...è la grande verità del tuo post... sei la protagonista principale della tua esistenza non la comprimaria ..gli altri si accomodino pure... il massimo a cui possono aspirare è ad un ruolo di cooprotagonisti senza soffocarti e relegarti ai margini della stessa tua vita.
    Un abbraccio Sere..un bacio

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  2. Hai scritto una delle cose più fragili e vere che io abbia letto negli ultimi due anni.
    Non ci si salva da quel tipo di fragilità, è la tua forza e lo scrivi benissimo. Ho letto tre volte, l'ultima, ho capito, è per ascoltare Arisa come se fosse la prima volta. Dovremmo fare cose così più spesso.

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  3. Ho letto la prima parte non condividendone, per una volta, l'impostazione. Ne ho avuto conferma leggendo l'aneddoto tratto dalla scatola dei ricordi. Sarebbe lungo spiegare perchè e percome, ma chi ti dice che stare da parte meno... "trendy" significhi essere sbagliati?

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  4. @Vagamundo
    Mi spiace se, sono stata poco chiara. Certo che non è sbagliato. Ero sbagliata io per i meno trendy,come li definisci tu.
    Sai spesso, chi difendiamo ci deprezza,ma è un discorso davvero troppo lungo e forse non era da fare ad 'alta voce'. Ciao:)

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  5. tutti siamo fragili,troviamo solo maniere differenti di affrontarlo.Ho sempre detto chela mia infanzia e`stata baciata dalla fortuna,mi sono sempre chiesto,perché a me,perché non anche a te, a te, a te, a te....e le favole crollano,prendono toni differenti,suoni sordi e dici...io....e ti dimentichi di io

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  6. Purtroppo non ti conosco se non virtualmente parlando, cara Zia, e questo non mi permette di sbilanciarmi troppo...
    Spero che tu possa incontrare gente abbastanza delicata da esser capace d'accarezzare questa fragilità... senza rischiare di rompere nulla :)

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  7. ".... ho tanta voglia di ammettere di essere anche fragile."

    Dunque, non lo ammetti ancora, tutto rimane al livello della intenzione, del desiderio....e cosi o forse ho capito male?

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  8. @rabbah
    Si, lo sono, ma è anche vero che non mi piace ammetterlo.:(

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  9. Ammettere di essere anche fragile(nel caso che lo sei) non e un segno di debolezza, ma un segno che conosci bene te stesso, i tuoi limiti, e questo puo servirti nel orientamento in questa vita. poi, nessuno e talmente fragile da non poter offrire aiuto, cosi come nessuno e talmente forte da non aver bisogno di aiuto. soltanto chi conosce bene se stesso conosce il suo "padrone". ma arriva un momento quando quest`ultimo avra bisogno di esere salvato e tu diventerai padrona sul potere che ti padronisce.

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  10. quando si è giovani non si sta a pensare alle cose come vengono dette o fatte...solo se te le fanno notare. Certo poi ci sono le divisioni per CLASSI SOCIALI, questo lo noti ma ti rassegni perchè pensi che tu non puoi farci niente, non è colpa tua...è il mondo che è fatto cosi, e via dicendo.

    Oggi rifletti, hai maturato in età, in esperienza e ti sarai data gli strumenti per disinfettare l'ambiente che ti circonda...insomma rifletti su come eri, e pensi di ridefinirti, giudicarti: cogliona? che vuol dire...sei diversa da quell'epoca, tutto quà.

    Tu fragile ? non penso, delusa, mortificata, a volte autolesionista, ma fragile NO!
    Non avresti scritto questo spezzone di Te cara Zulì...lasciatelo dire dal vecchio eros che per giocare con la vita virtuale si è rifatto il nick e si fa chiamare Vecchio Drago dalla voce forte e l'occhio vigile,ahahahah.

    Dai Zu, prima o poi il tempo ti riguarderà in viso e apprezzerà le tue tante virtù.

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